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Patenti facili per giovani e anziani: serve una “sterzata”

Ogni giorno, le statistiche segnalano un aumento degli incidenti automobilistici lungo le nostre strade. Sebbene si tenda spesso a imputare tali sinistri a giovani inesperti alla guida di auto di grossa cilindrata, in realtà la situazione è più complessa e non sempre rispecchia questa generalizzazione.

Un tragico esempio è l’incidente che ha visto la morte di tre giovani ragazzi, tornati da una partita del Foggia a Potenza. Alla guida non c’era un adolescente, ma il padre di uno di loro, un adulto da cui ci si aspetterebbe una maggiore attenzione alla strada e una minore propensione al rischio. Nonostante ciò, la tragedia ha colpito ugualmente, dimostrando che le certezze, in questi casi, sono molto fragili. Oltre a piangere queste giovani vittime, assistiamo quotidianamente a incidenti di vario tipo che, fortunatamente, non sempre si concludono con esiti letali, ma che inevitabilmente causano rallentamenti, disagi alla circolazione e danni materiali e fisici agli individui coinvolti.

La questione della sicurezza stradale, pertanto, è cruciale e deve essere affrontata a tutti i livelli. Osservando le abitudini degli automobilisti, emerge come spesso non si presti adeguata attenzione al codice della strada. La concentrazione è frequentemente deviata verso distrazioni pericolose come l’uso del cellulare per inviare messaggi o rispondere a chiamate: un’osservazione banale può essere fatta notando le auto che sbandano o rallentano improvvisamente.

L’impazienza di rimanere in coda dietro a veicoli più lenti e la pressione del tempo sono spesso citate come scuse per giustificare comportamenti rischiosi al volante. Anche l’uso dei mezzi pubblici, che potrebbe rappresentare una soluzione alternativa all’uso eccessivo dell’automobile, si scontra con la realtà di un sistema di trasporto inefficace e spesso inadeguato. È ironico notare come, dopo viaggi in altre città o paesi dove i sistemi di trasporto funzionano con efficienza, ci si ritrovi a chiedersi perché non si possa raggiungere lo stesso livello di servizio anche nella propria città.

Di fronte a questa dipendenza dalle automobili, diventa essenziale non solo mantenere ma rafforzare i controlli sulla capacità di guida, sia per i neopatentati sia per gli anziani. Giovani guidatori spesso si trovano al volante di vetture potenti e, esaltati dalla velocità, sottovalutano i pericoli, comportando rischi enormi per sé e per gli altri. Allo stesso tempo, numerosi anziani, nonostante difficoltà di udito o ridotta prontezza nei riflessi, continuano a guidare grazie a rinnovi di patente quasi automatici. Questi problemi sollevano interrogativi etici e pratici sul rinnovo delle patenti e sulla reale capacità di guida. È necessario un’inversione di tendenza che ponga la sicurezza al primo posto, eliminando ogni forma di negligenza o superficialità nelle valutazioni.

In ultima analisi, la responsabilità personale e l’impegno collettivo diventano fondamentali. Introdurre limiti di velocità realistici e rafforzare le campagne di educazione stradale possono fare la differenza. Un’idea potrebbe essere quella di coinvolgere attivamente le scuole, proponendo programmi educativi che includano simulazioni di guida e l’uso di tecnologie immersive come i visori per realtà virtuale, per mostrare agli studenti le gravi conseguenze degli incidenti in un contesto protetto. Questo tipo di formazione potrebbe non solo salvare vite, ma anche formare una nuova generazione di guidatori più consapevoli e responsabili. Morire in una simulazione permette di tornare indietro, nella realtà no.

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