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Parlare di gelosia è riduttivo

Una discussione degenerata. Ma parlare di gelosia nell’omicidio di Francesco Pio D’Augelli, il 17enne ucciso con una coltellata a San Severo da un 15enne per una ragazza, è riduttivo.

L’episodio non va derubricato come un atto di gelosia ma come un allarme generazionale che vede individui, sempre più giovani, incapaci di coordinare, e controllare, le emozioni. La gelosia è una paura umana, purché non nasconda una dipendenza. Chi uccide o tenta di uccidere mosso da tale sentimento è un individuo che non ha chiaro il concetto di libertà ma ha in sé il germe della possessività dell’altro.

La vicenda restituisce uno spaccato di violenza che deve farci riflettere sul senso delle relazioni. Il territorio necessita di politiche attive di educazione all’affettività, di interventi di prevenzione e formazione sulla relazione affettiva. È necessario garantire sin dalla scuola dell’infanzia percorsi di educazione alla relazione e alla socio affettività, recuperare il senso del noi, costruire processi democratici in cui la squadra sia l’elemento basico.

Così come lo è stata la famiglia: una squadra per garantire appartenenza, identità, sicurezza e benessere. Occorre educare allo stare insieme, al rispetto, al valore della alterità, a fronte dello scherno della diversità e delle forme di bullismo, a volte anche da parte delle istituzioni.

Vincenzo Gesualdo è presidente dell’Ordine degli psicologi di Puglia

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