Gli osservatori non dovrebbero mai mancare. Nella peggiore delle ipotesi, infatti, non avranno nulla da osservare, ma se anche un solo cittadino si sentirà protetto e sicuro nel farlo, non sarà stato vano costituirlo. Se nessuno dovesse farne uso se ne potrebbe addirittura gioire, perché è la sua stessa istituzione che porta un cambiamento, sprona tutti ad atteggiamenti più corretti o perché, nella migliore e, ad oggi, utopica, ipotesi, indice di assenza di episodi corruttivi. Per queste ragioni l’idea della Direttora di primo acchito mi piace molto, ma siamo certi che sia necessario? La costruzione dello strumento è anche semplice perché si può mutuare il sistema, già applicato dalla maggior parte delle imprese e prima ancora dalla Pubblica Amministrazione del whistleblowing, cioè quel sistema che consente all’interno delle organizzazioni di effettuare segnalazioni – in forma riservata – di attività illecite o irregolarità di interesse generale, di cui venga a conoscenza nell’ambito del rapporto di lavoro. Dovremmo anche dire e spiegare con parole semplici ai cittadini che questi osservatori già esistono, ma forse non bastano.
Ma una delle funzioni più nobili del giornalismo è informarlo delle novità, spiegare gli strumenti nuovi di cui si può disporre. Dovremmo quindi sponsorizzare il link della Regione Puglia dove è possibile effettuare le segnalazioni https://whistleblowing.regione.puglia.it/#/ perché uno dei grandi problemi del nostro tempo, acuito dalle legiferazioni di urgenza dell’ultimo periodo, sta nell’oscuro linguaggio e nella negata fruibilità per i cittadini degli strumenti tecnici e legali esistenti. È il sol fatto che abbiamo mutuato nella nostra legislazione il termine inglese per il whistleblowing la dice lunga, ma possiamo spiegare che questo canale nasce proprio per tutelare le persone che conoscono fatti corruttivi, ma hanno paura; per quelli che “è meglio che mi faccio i fatti miei altrimenti passo i guai”, queste norme invece sono nate per rompere questo sistema di omertà, per tutelare, anche dopo le segnalazioni questi soggetti e impedire ritorsioni nei loro confronti. Infine, non utilizzerei mai la locuzione “onesti” nella dicitura dell’osservatorio. I reati di corruzione scatenano già di per sé delle reazioni indomabili: da avvocato penalista ho ricevuto più insulti quando mi occupavo della difesa di soggetti accusati di corruzione rispetto all’ossequiosità riservata ai colleghi i cui assistiti avrebbero commesso omicidi. Non dividiamo il mondo tra onesti e non onesti, si può essere non onesti una volta e voler cambiare, si può essere stati non onesti, ma voler denunciare un fatto grave e di pubblico interesse. Mettiamo a disposizione canali e informazioni, ma non creiamo nuove drammatiche divisioni, la cultura, quella che voi abilmente state promuovendo con la vicinanza ai cittadini, deve unire, creando armonia e solidarietà.
Bentornato,
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