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Ora certezze per imprese e famiglie

Il Superbonus ha avuto un ruolo cruciale nella ripresa economica italiana durante il Covid e la successiva crisi energetica ed economica. L’Italia, grazie a questa misura, ha fatto passi avanti significativi rispetto ad altri Stati europei in termini di efficienza energetica e rinnovamento del patrimonio immobiliare. Tuttavia, il Superbonus ha presentato anche diverse lacune. La misura, pur positiva, ha prestato il fianco a numerose frodi e truffe. Sono state intercettate operazioni fraudolente che hanno cercato di sfruttare gli incentivi in modo improprio. Questi episodi hanno evidenziato la necessità di controlli più stringenti e di un quadro normativo più chiaro per evitare abusi. Ma il Superbonus ha avuto anche effetti positivi in termini di emersione del lavoro nero di miglioramento della sicurezza nei cantieri.

Le recenti modifiche al Superbonus, pur necessarie per garantire la sostenibilità fiscale dello Stato, stanno sollevando preoccupazioni significative per le imprese, gli imprenditori e le famiglie italiane. La restrizione dell’accesso alle detrazioni e la limitazione nella cessione dei crediti d’imposta possono effettivamente tradursi in difficoltà operative concrete per coloro che hanno investito in progetti di ristrutturazione edilizia con aspettative basate su un quadro normativo precedentemente più favorevole. Queste restrizioni possono avere come effetto collaterale un aumento indiretto delle “tasse” per le imprese e le famiglie.

La difficoltà nel cedere o compensare i crediti d’imposta si traduce in un aggravio finanziario diretto: i flussi di cassa previsti non si materializzano, e le entità colpite devono quindi coprire i costi anticipati senza il previsto supporto fiscale. Questo scenario può portare a bilanci più tesi e, in alcuni casi, a problemi di liquidità, particolarmente critici per piccole imprese e famiglie che non dispongono di ampi margini finanziari. Inoltre, il nuovo quadro normativo potrebbe disincentivare gli investimenti futuri in progetti di ristrutturazione che sono cruciali non solo per il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici ma anche per il rilancio economico del settore delle costruzioni.

Sul fronte ambientale, l’incertezza normativa e la riduzione degli incentivi potrebbero rallentare il ritmo delle ristrutturazioni energetiche, allontanando l’Italia dagli obiettivi di sostenibilità a lungo termine fissati dall’Unione Europea. La stabilità delle politiche incentivanti è fondamentale per mantenere il progresso fatto finora in termini di efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2. Tale situazione necessita di un’attenta valutazione da parte del governo, che dovrebbe bilanciare le esigenze di risanamento delle finanze pubbliche con la necessità di sostenere la ripresa economica e di promuovere l’efficienza energetica.

La frequente modifica delle politiche, specialmente quando hanno effetti retroattivi, può danneggiare la percezione dell’Italia come sede affidabile per gli investimenti esteri. Gli investitori preferiscono ambienti stabili e prevedibili, e l’instabilità normativa italiana potrebbe dissuaderli, compromettendo la capacità del paese di attrarre investimenti a lungo termine. È cruciale che il governo italiano trovi un equilibrio tra la necessità di proteggere le finanze pubbliche e quella di mantenere un ambiente legislativo stabile e prevedibile, che promuova investimenti duraturi e sostenibili. È fondamentale riflettere su come le future politiche debbano essere progettate per essere meno suscettibili a cambiamenti improvvisi, garantendo così una maggiore certezza sia per gli imprenditori domestici che per gli investitori internazionali.

Vincenzo Castellano è fiscalista, segretario di Italia del Meridione

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