Questo appuntamento cade in un contesto in cui persistono le turbolenze dei prezzi delle risorse energetiche, che dal 2021 non si sono arrestate, e in cui il mercato dell’energia elettrica e del gas è ancora affetto da molti dei suoi annosi malanni, per i quali sembra non sia stata ancora trovata una cura adeguata.
Gli operatori attivi che propongono offerte luce e gas sono ancora troppi e offrono troppe poche garanzie; gli utenti continuano a essere vittime di pratiche commerciali scorrette e aggressive, le tutele a protezione dei soggetti vulnerabili (anziani poveri, famiglie a basso reddito con minori, giovani disoccupati) sono insufficienti.
A tutto ciò si aggiunge, ovviamente, la tempesta dei prezzi che si è abbattuta sui consumatori nell’ultimo biennio e i cui effetti, seppur calmierati rispetto a qualche mese, determineranno comunque un improvviso raddoppio (nel migliore dei casi) della bolletta rispetto al mercato tutelato.
A pochi mesi da questo vero e proprio Capodanno per il settore, l’obiettivo di un mercato ben regolato, efficiente ed equo basato sulla libera ma leale concorrenza tra gli operatori, che possa condurre a un abbassamento generalizzato dei prezzi a beneficio degli utenti, sembra ben lontano dal realizzarsi.
Allo stesso tempo appare ancora lunga la strada che conduce a una necessaria semplificazione dei contratti di fornitura di energia elettrica e gas per facilitare la comprensione degli utenti, bombardati da un numero eccessivo di informazioni inutili e fuorvianti. Eppure, sarebbe sufficiente muoversi nel solco tracciato dai contratti di telefonia, i quali ormai da anni poggiano su due-tre parametri di riferimento ben chiari al cliente finale.
Un mercato dell’energia funzionante, che tuteli gli interessi di chi vende tanto quanto i diritti degli utenti e che protegga adeguatamente i soggetti maggiormente vulnerabili, è una necessità urgente per la società e l’economia del Paese e rappresenta lo strumento imprescindibile per il contrasto alla povertà energetica, una piaga sociale la cui incidenza, secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica (Oipe) presentato lo scorso giugno, nel 2021 ha toccato l’8,5 per cento, in seguito all’aumento dei prezzi finali di elettricità e gas.
A livello locale tale indice supera l’11 per cento in tutte le regioni del Mezzogiorno (con punte del 16,4 per cento e del 16,7 per cento in Puglia e in Calabria).
Insomma, per concludere sull’argomento la soluzione auspicabile è che ogni consumatore si auto produca l’energia per soddisfare i propri consumi in maniera tale che da una problematica nasca una opportunità. Sarebbe una prospettiva in linea con gli obiettivi europei e in ossequio ai principi green che dovrebbero regolare le nostre esistenze.
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