Il tema della qualità dell’aria nelle nostre città, negli ambienti chiusi o all’aperto, è rilevantissimo poiché proprio da essa dipendono fattori legati alla nostra salute e al nostro benessere. L’Organizzazione mondiale della sanità stima in circa 8 milioni il numero di morti all’anno per cattiva qualità dell’aria nel mondo, 90 mila in Italia. Sono numeri impressionanti che devono necessariamente mettere in risalto quanto valore abbia per la nostra salute e il nostro benessere. L’inquinamento dell’aria è generato da molteplici fattori come il traffico veicolare, che produce emissioni nocive che derivano non solo dalla combustione ma anche dal rotolamento degli pneumatici sull’asfalto.
Ci sono poi le caldaie a combustibili fossili e, non di meno, dai processi industriali che spesso, forse troppo, sono posizionati a ridosso delle aree urbane popolate (sic!).
Il tema è controverso anche perché gli interessi in gioco sono enormi ma se volessimo quantificare il costo sociale prodotto dall’inquinamento dell’aria, secondo le stime dell’Oms, considerando parametri utilizzati in letteratura per le analisi costi/benefici, non basterebbero quattro finanziare per compensarli. Una cifra enorme che giustifica l’adozione di provvedimenti rivolti alla tutela di un elemento così importante per la nostra vita.
Tutelare la qualità dell’aria, riducendo l’inquinamento, è un atto politico rilevante che rivolge il suo sguardo agli scenari di sostenibilità che spesso vengono evocati ma che, il più delle volte, rimangono puri esercizi di stile. E quindi, ben venga l’adozione di provvedimenti che aprono la possibilità di verificare in fase preventiva l’impatto odorigeno di attività che sono soggette a procedimenti autorizzativi ambientali. Spesso, infatti, l’impatto odorigeno, oltre ad essere un elemento di grave disturbo al benessere della popolazione, è legato all’emissione di sostanze che possono avere un impatto significativo sulla salute delle persone, considerando che il confine tra “benessere” e “salute” è un confine molto labile. Un impatto odorigeno persistente ma non “inquinante” è, infatti, un elemento che condiziona la vita delle comunità e quindi aspetti della salute che spesso vengono sottovalutati. L’aria maleodorante incide sulla salute in maniera inaspettata come il rumore che, da tempo, dovrebbe essere oggetto di costante monitoraggio, o come l’inquinamento da luce blu al quale siamo esposti nelle nostre città grazie alle nuove tecnologie per illuminazione.
L’assunzione fatta dalla Giunta della Regione Puglia va nella direzione corretta in quanto consente di poter disporre di verifiche preventive e di modelli di controllo che consentiranno di affinare in maniera più profonda le tecniche di simulazione preventiva e le tecniche di monitoraggio utili a fornire dati proprio ai processi di valutazione, ex-ante ed ex-post, richiesti in fase autorizzativa.
Fabio Cerino – Ceo Befreest srl