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Maternità: scelta libera o imposizione sociale?

La maternità: scelta libera o imposizione sociale? In Italia, il dibattito su questo tema si sta facendo sempre più acceso, mentre le recenti politiche governative sembrano voler riportare indietro le lancette del tempo, limitando la libertà delle donne e imponendo una visione tradizionalista della famiglia.

Il filo conduttore delle ultime misure è chiaro: un tentativo di indirizzare le scelte personali dei cittadini verso un modello familiare predefinito.

Questo approccio non solo è anacronistico, ma anche profondamente lesivo dei diritti individuali. L’emendamento sui mutui agevolati per gli under 30 è un esempio lampante. Riservare questi benefici solo alle “giovani coppie con un progetto di vita finalizzato al matrimonio” non solo discrimina le coppie non sposate, ma introduce il concetto inquietante di un “progetto di vita” approvato dallo Stato.

Ancora più preoccupante è la legge che rende la maternità surrogata “reato universale”. Il nuovo testo estende la punibilità del reato anche quando commesso all’estero da cittadini italiani, il che solleva numerose questioni etiche e giuridiche creando potenziali conflitti con le legislazioni di altri Paesi dove la pratica è legale.

Il filo rosso che lega queste politiche è evidente: un tentativo di imporre un modello familiare tradizionale, limitando le opzioni e la libertà di scelta delle donne. È vero, ci sono stati passi avanti come l’estensione del congedo parentale retribuito all’80% per un mese aggiuntivo. Ma queste misure appaiono ancora timide e insufficienti rispetto alle reali esigenze delle famiglie moderne. Il congedo di paternità, ad esempio, resta fermo a soli 10 giorni, un periodo troppo breve per favorire un vero coinvolgimento dei padri.

Tutte queste politiche si inseriscono in un contesto più ampio di precarietà lavorativa che colpisce particolarmente le donne, soprattutto se madri. Invece di affrontare questi problemi strutturali, le misure attuali sembrano voler riportare le donne a un ruolo subalterno, limitandone l’autonomia e la libertà di scelta. In questo scenario dobbiamo chiederci: quale futuro stiamo costruendo per le donne e per la società nel suo complesso? Un futuro in cui la libertà di scelta è un diritto fondamentale o uno in cui lo Stato decide quale sia il “giusto” modello familiare? Un futuro in cui la maternità è una scelta consapevole o un obbligo sociale?

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