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Maschere, carri e satira: tutta la magia del Carnevale di Putignano

Il Carnevale, festa millenaria, non è solo un’esplosione di colori e allegria, ma un potente strumento di riflessione sociale. Dietro le maschere e i coriandoli si cela un’opportunità unica di esaminare criticamente la nostra realtà, ribaltando gerarchie e convenzioni.

La maschera, paradossalmente, diventa un mezzo per rivelare il nostro vero io, permettendoci di esplorare aspetti altrimenti repressi. Indossare una maschera durante il Carnevale non significa necessariamente nascondersi, ma piuttosto rivelare aspetti di sé altrimenti celati nella quotidianità. Come ci insegna la storia di Tancredi, che al Carnevale scelse di mostrarsi per quello che era veramente, la maschera può diventare un potente strumento di autenticità. Questa leggerezza non è superficialità, ma un approccio disarmante per affrontare temi profondi.

Il Carnevale svolge una funzione psicologica e sociale fondamentale, permettendo alle persone di “impazzire” una volta l’anno, come recita l’antico detto latino “semel in anno licet insanire”. Il Sud Italia custodisce alcuni dei carnevali più significativi e ricchi di storia. Ad Acireale, in Sicilia, i carri infiorati e le maschere satiriche incarnano l’arte della critica sociale. In Calabria, il Carnevale di Alessandria del Carretto celebra la tradizione con i Pulcinella belli e brutti, simboli di un’antica cultura popolare.

Il Carnevale di Putignano, con le sue radici che affondano nel lontano 1394, è una manifestazione che incarna l’essenza stessa della festa più colorata dell’anno. Nato come celebrazione per l’arrivo delle reliquie di Santo Stefano Protomartire, si è evoluto nel tempo diventando uno dei carnevali più lunghi e antichi d’Europa.

La storia si intreccia con la leggenda: durante la processione per il trasferimento delle reliquie, i contadini locali, impegnati nell’innesto delle viti con la tecnica della “propaggine”, si unirono festosamente al corteo. Nacque così la Festa delle Propaggini, che ancora oggi segna l’inizio del Carnevale il 26 dicembre, con recite satiriche in dialetto locale che criticano eventi politici e sociali dell’anno trascorso.

La maschera simbolo di Putignano è Farinella, il cui nome deriva dall’omonima pietanza locale. Il suo costume multicolore rappresenta l’essenza stessa della festa: un mix di tradizione e innovazione, di critica sociale e puro divertimento.

La creazione dei carri allegorici, non solo a Putignano ma in tutti i grandi carnevali, richiede mesi di lavoro e una profonda riflessione sulla realtà contemporanea. Ogni maschera, ogni carro, è il risultato di un processo creativo che unisce artigianato e pensiero critico. Il Carnevale diventa così un’arena dove discutere temi attuali, dalla politica all’ambiente, usando il linguaggio universale dell’umorismo e il bisogno di leggerezza diventa sempre più pressante. Ci ricorda l’importanza di non prendersi troppo sul serio, di saper ridere di noi stessi e delle nostre contraddizioni. Questo non significa ignorare i problemi, ma affrontarli con una prospettiva più ampia.

Il Carnevale ci sfida a guardare oltre le apparenze, a cercare la verità dietro le maschere – quelle che indossiamo durante la festa e quelle che portiamo nella vita di tutti i giorni. Ci invita a riflettere su chi siamo veramente, al di là dei ruoli sociali che ci vengono imposti.

La vita è troppo breve per non concedersi, di tanto in tanto, il lusso di una risata liberatoria e di uno sguardo ironico sul mondo. Perché, come ci insegna la saggezza popolare, “a Carnevale ogni scherzo vale”.

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