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Made in Italy sotto attacco. Difendiamolo

È stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Puglia la mozione contro il cibo sintetico, fortemente voluta da Coldiretti che ha lanciato la petizione per promuovere una legge che vieti produzione, uso e commercializzazione del cibo sintetico: una iniziativa, quest’ultima, per cui sono state raccolte già 40mila firme a Bari e dintorni. Lo schema di disegno di legge del Governo contro il cibo sintetico va sostenuto perché risponde alle richieste di mezzo milione di italiani.

Quegli stessi italiani hanno firmato la petizione promossa da Coldiretti per salvare il Made in Italy a tavola dall’attacco delle multinazionali. Le sottoscrizioni a supporto della nuova normativa sono state raccolte in tutto il Paese da Coldiretti insieme con Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia. La petizione ha ricevuto l’adesione di ministri e sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori, sindaci, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e numerosi vescovi.

Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di pollo creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della Good Meat, il rischio è quello di una diffusione anche nell’Unione europea dove già quest’anno potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue.

Per quanto riguarda la carne da laboratorio, per esempio, la verità che non viene pubblicizzata è che essa non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti perché per produrla serve un bioreattore. Non è carne, dunque, ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato.

Dopo la “carne Frankenstein” è arrivato il “pesce fuor d’acqua di mare” e il “latte senza mucche”, nuovo simbolo dell’attacco alle stalle e all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo: un’aggressione che, dietro belle parole come “salviamo il pianeta” e “sostenibilità”, nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi, mentre il 94% dei pugliesi non si fida degli alimenti costruiti in laboratorio tra provette e processori perché preferisce mangiare solo cibo naturale coltivato e allevato. Non solo: nel 13% dei casi i pugliesi manifestano consistenti dubbi sul fatto che i cibi sintetici siano sicuri per la salute, mentre una quota del 7% li boccia perché realizzati utilizzando comunque le cellule animali, secondo quanto emerso dal sondaggio condotto sul sito puglia.coldiretti.it.

Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che, attraverso abili operazioni di marketing, puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. Su questo punto Coldiretti sta dando battaglia poiché quello del “cibo Frankenstein” è un futuro dal quale non ci si può fare da mangiare. Si tratta di una deriva alimentare iniziata con la carne e sostenuta da importanti campagne promozionali che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca. La sostituzione del cibo naturale coltivato nei campi con quello creato in laboratorio attraverso chimica e bioreattori, in conclusione, mette in pericolo il made in Italy a tavola a partire proprio dalla dieta mediterrenea, giudicata universalmente come la migliore soprattutto dal punto di vista della salute dell’organismo. Un primato che trova un riscontro pratico nel fatto che l’alimentazione degli italiani basata sui prodotti della dieta mediterranea come pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari ha consentito una speranza di vita tra le più alte a livello mondiale.

Savino Muraglia è presidente di Coldiretti Puglia

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