Il comitato tecnico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dato l’indicazione al Direttore Generale dell’Oms di decretare la Fine dell’Emergenza Sanitaria Internazionale legata al Covid-19 e, si prevede che, presumibilmente per il 20 maggio, ci sarà la comunicazione ufficiale di quanto consigliato dal Cts. Questo cosa significherà? Liberi tutti dalle regole ed accorgimenti? Certamente no!
Significherà solo che siamo stati così bravi da aver, finalmente, limitato gli effetti devastanti di una grave infezione virale che ha causato nel mondo, si stima, circa 20 milioni di vittime. È stato uno dei periodi più bui per quanto riguarda la salute delle persone, che ha creato tanta sofferenza nel genere umano sia dal punto di vista della salute pubblica che della economia. Moltissime sono state le famiglie drammaticamente colpite da questa disastrosa pandemia sia negli affetti, per la perdita dei loro cari, sia per la catastrofe economica vissuta, che ha portato alla chiusura di tante attività produttive ed alla perdita di innumerevoli posti di lavoro. È stato un periodo terribile, durato oltre tre anni e dal quale il mondo è venuto fuori con grande difficoltà e sacrificio, purtroppo segnato in maniera indelebile. Troppe le morti, troppa l’impotenza di fronte a questo virus, variato più e più volte nel tentativo di continuare a sopraffare il genere umano. Ognuno impegnato nella propria sopravvivenza.
Il virus pronto a cambiare per continuare a replicarsi e l’uomo a difendersi con lockdown, vaccini, mezzi di barriera e norme igienico-comportamentali rigorosamente applicate. È stata una enorme sofferenza restare chiusi in casa, non potersi stringere la mano o abbracciarsi, restare a distanza e non potersi guardare in viso perché coperto dalle mascherine. Tutte cose nuove e di grande amarezza che un popolo allegro, gioviale, con un grande comportamento amicale, come il nostro, italiano e, segnatamente meridionale, che ha dovuto rapidamente imparare e mettere in atto comportamenti virtuosi e di salvaguardia della vita. Fortunatamente, tutti queste misure drastiche non saranno più previste per norme dispositive ma saranno guidate dal buon senso. Abbiamo certamente appreso rischi e pericoli dell’infezione e sappiamo consapevolmente metterci a riparo da questa. Certamente, non saremo disposti a cancellare tutto e riprendere la vita poco attenta di prima.
Perché non possiamo far finta che nulla sia successo. Abbiamo ancora negli occhi lo sfilare dei camion che trasportavano le bare delle povere vittime di Bergamo, la comunicazione dei ricoveri e dei morti giornalmente accertati, i 379 medici morti per il Covid Italia e gli altri operatori sanitari deceduti, le immagini del personale sanitario stremato, le lunghe code per i tamponi, la disperazione delle persone per il decesso dei familiari senza avere la possibilità di un ultimo saluto o di un funerale. Abbiamo visto tanto dolore nel genere umano in questo periodo. Non siamo così disattenti da non renderci conto che il virus circola ancora e che sta continuando a cagionare l’infezione. Vediamo, però, che la gravità è decresciuta, come pure l’incidenza e la mortalità. Ripeto, siamo stati bravi. Abbiamo rispettato le regole e siamo stati premiati. Però, mantenere questo risultato dipende da noi. Continuiamo a lavarci spesso le mani, ad evitare, per quanto è possibile, luoghi affollati e chiusi. Se paventiamo un pericolo non vergogniamoci di indossare la mascherina perché, come dice un detto ormai diventato famosissimo: “Prevenire e meglio che curare”. E, noi di Covid non vogliamo più ammalare ma vogliamo vivere con serenità le nostre giornate a venire. E se il nostro medico ci consiglierà di vaccinarci, facciamolo senza alcun problema. E “Buona Vita” a tutti.
Franco Lavalle è vicepresidente OMCeO Bari