I comuni che ricadono nell’area dei Monti Dauni si contraddistinguono per la loro bellezza selvaggia: la luce del sole e i colori della vegetazione appaiono più intensi. Rimangono impressi quanto un quadro del Caravaggio. Ma quanto a servizi per il turista siamo ancora all’anno zero. L’area dei Monti Dauni conta 60mila abitanti, escluso il comune più popoloso di Lucera. Appartiene a una Puglia che non finisce quasi mai sui giornali o in tv ai fini della promozione turistica, salvo il Rione Fossi di Accadia, distrutta da vari terremoti e tornata agli onori della cronaca grazie al Pnrr e a un finanziamento di 20 milioni di euro. Comuni dove B&B, pensioni e hotel, sono merce rara, ma giammai pensare al turismo di massa sui Monti Dauni perché andrebbe a violentare l’unicità del territorio. È di qualche giorno fa un confronto a Panni tra i Sindaci dei Comuni del Monti Dauni, il vice presidente della Regione, Raffaele Piemontese, e il consigliere regionale delegato all’Urbanistica, Stefano Lacatena. A Panni è stata confermata dai rappresentanti del governo regionale la scelta “strategica di dare supporto ai sindaci e alle popolazioni dei Monti Dauni mettendo a disposizione risorse economiche per l’elaborazione dei Piani urbanistici generali”.
Ma qualsiasi programmazione, finanziamento o progetto, non sarà sufficiente a colmare nell’immediato anni di disinteresse totale per quel territorio. Lo dimostrano le strade provinciali, più simili a mulattiere evolute, che collegano Carlantino a Celenza Valfortore o Volturara a Volturino. Strade strette, prive di guardrail laterali, dove basta un banco di nebbia per mettere a serio pericolo automobilisti e conducenti di mezzi pesanti. Uno studio del Cnr ha addirittura censito ben 36 frane in 8 chilometri tra Rocchetta Sant’Antonio e la frazione di Rocchetta scalo.Comuni, quelli dei Monti Dauni, “che non sono mai riusciti a esprimere una classe politica rilevante a livello regionale”, afferma con amarezza chi cerca di promuovere al meglio la zona a livello turistico. Quindi il problema è direttamente proporzionale al bacino di voti per la politica che può esprimere un territorio? Chissà. Sui Monti Dauni l’attrattività turistica è ancora tutta da costruire ed è inutile girarci attorno: mancano i servizi essenziali e se non hai l’auto di proprietà non esiste servizio pubblico che tenga. Un servizio su misura ricorrendo a mezzi agili, di ridotte dimensioni, che riescano ad arrampicarsi su strade di montagna ripidissime. Mancanze di cui non si accorgono i camminatori, che per fortuna arrivano già da un po’ per esplorare la zona apprezzando l’autenticità dei borghi. In attesa che i Monti Dauni ricevano l’attenzione che meritano dai media e dalla politica, i pugliesi si regalino una domenica nel parco di Biccari, dove tra l’altro si può dormire nelle casette sugli alberi (dal 20 Aprile sino a fine ottobre) rivolgendosi alla direzione del Parco Avventura, o una passeggiata tra i sentieri del selvaggio bosco di San Cristoforo a ridosso di San Marco la Catola. Infine, imperdibile la visita a Celle di San Vito. È il comune “bomboniera” più piccolo di Puglia con i suoi 132 abitanti. Ogni 25 Aprile organizza la sagra dell’agnello. Il 16 Maggio, invece, da non perdere la suggestiva processione di Sant’Alberto a Pietramontecorvino. Durante una grave siccità il santo apparve alle donne. Promise loro la pioggia a condizione che fosse riportato “a casa”, a Montecorvino. La processione si snoda lungo tutto il percorso preceduta dai petraioli che portano pali alti una decina di metri sulla cui sommità pongono foulard colorati delle donne, ceduti al santo come ex voto, per garantire la visione e la partecipazione emotiva degli anziani e degli ammalati alla cerimonia.
Donatella Lopez – valigiamo.it
Bentornato,
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