La Puglia oggi è un fervente laboratorio nel quale si creano network tra Enti e Istituti di Ricerca, per promuovere la sostenibilità e la tutela ambientale e climatica, mettendo in pratica le sfide imposte dai nuovi modelli energetici. A dimostrarlo sono anche i dati che annualmente evidenziano la capacità di export dell’energia prodotta dalla regione.
Nel contempo le circa 500 aziende censite e organizzate in ben due distretti dell’energia con sede in Puglia mostrano la corrispondente effervescenza del tessuto tecnologico e produttivo, insistente su un territorio naturalmente vocato a coniugare bellezze paesaggistiche, ricchezza agroalimentare, pregna di ecosistemi e biodiversità, con impianti per la generazione di energia da fonti primarie rinnovabili.
In quest’ottica, il Politecnico di Bari e l’Università del Salento (rappresentata principalmente dal Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione), operano in sinergia, focalizzando l’attenzione sui temi della sostenibilità, della transizione energetica e della resilienza delle infrastrutture critiche, in linea con l’Europa che concilia sicurezza, resilienza, fisica e cyber.
Espressione della risposta del sistema universitario pugliese è la recente attivazione proprio del corso di laurea magistrale Interateneo in Ingegneria Energetica, progettato per formare ingegneri che rispondano alla grande richiesta locale, nazionale ed europea, che avranno come compito proprio quello di ridurre gli sprechi e l’utilizzo di petrolio e altri combustibili fossili, per aumentare quelli rinnovabili. Un corso per incrementare la sensibilità verso la scelta delle fonti, in una nazione che, nel migliore dei casi, può contare su un decisamente esiguo 5% di fonti fossili internamente disponibili (Petrolio, Metano, Carbone, Uranio, Plutonio), a fronte di quelle complessivamente necessarie a generare annualmente i 320 TWh elettrici necessari, e che quindi non può che puntare su quelle rinnovabili (sole e conseguentemente vento e biomasse). Non meno importante è la necessità di determinare negli allievi ingegneri la corretta sensibilità ambientale che induce a considerare le rinnovabili l’unica ancora di salvezza. Queste, un tempo considerate “alternative”, si dimostrano oggi ingegneristicamente pronte e mature per essere considerate “sostitutive” e con capex impiantistici sempre più comparabili con quello degli impianti tradizionali.
Guardare al futuro in chiave green non è più un mero auspicio, quindi, ma diventa un concreto indirizzo verso il quale deve tendere l’Ingegneria. La Puglia adegua coerentemente l’offerta formativa universitaria alle necessità del territorio e degli scenari internazionali, per garantire la migliore proposta possibile ai giovani pugliesi, in uno scenario mondiale che punta decisamente sulla transizione energetica sostenibile come unica opportunità per fronteggiare le sfide del futuro e generare valore. La tecnologia, infatti, corre veloce ed è necessario non rallentarne la corsa, dirigendone consapevolmente i passi, coniugando lo slancio innovativo con l’impellente necessità di salvare il pianeta in cui viviamo, oggi decisamente minacciato dal modello socio-industriale determinato dal ‘900.
Riccardo Amirante – vicepresidente del Distretto produttivo regionale “La nuova energia”, Politecnico di Bari. Ha collaborato Antonio Ficarella, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento
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