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L’Idiota dietro la lavagna

Ne avrete già sentito parlare. Un’università votata al suicidio culturale, per reagire all’invasione dell’Ucraina, ha proibito, ad un suo professore, di tenere un corso di studi sul romanziere russo Dostoevskij.

Ecco, a dirla così, parrebbe una storiella divertente raccontata tra amici goliardici e buontemponi. Più che altro una di quelle bagarre demenziali che riempiono gli algoritmi dei social. Una di quelle robe che finisce quasi sempre “al chi sono io ed al chi sei tu”. Ed invece è quanto realmente accaduto in Italia.
Un eccesso di zelo, non tanto nell’appoggiare un popolo oppresso e toccato nella dignità della sovrana terra, quanto per infierire in modo a dir poco masochistico sulle proprie parti molli. Ecco, io pagherei per conoscere a chi è venuta la brillante idea. Darei un occhio della testa per entrare nei gangli del suo cervello e per scoprire in che modo ella si sia insinuata e poi presentata alle sue facoltà mentali. Trovo sconcertante la decisione presa.
Ma poi? Mi vai a censurare proprio Dostoevskij! Il mentore di una profondissima introspezione nell’animo umano, colui che più di altri è riuscito ad immergere le sue parole nei sentimenti (anche biechi) di tutti noi e a prospettarci una varietà di soluzioni per capire e affrontare, con cognizione di causa, la realtà che ci circonda. Senza aver letto Dostoevskij si perde un po’ di quel senso della vita che la rende unica e non replicabile. Chi ha preso questa decisione meriterebbe di stare dietro la lavagna, inginocchiato sui ceci, con le orecchie da asino e di faccia al muro.
Giù le mani dagli Artisti! Giù le mani da Dostoevskij! Tra le sue opere non possiamo non citare l’Idiota. Ecco, a pensarci bene, se il Maestro fosse oggi in vita, non abbiamo dubbi a chi la dedicherebbe. Sì, proprio a lui. All’asino dietro la lavagna.

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