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Libere? Non basta, le spiagge siano anche sicure e più attrezzate

Puglia, il mare sta diventando un lusso? Tra lidi sempre più cari e spiagge libere che spariscono, quest’estate andare al mare in Puglia rischia di diventare un vero e proprio lusso. Vi siete mai chiesti perché trovare una spiaggia libera e accessibile sia sempre più difficile? E quanto costa davvero passare una giornata in un lido attrezzato? Le risposte non sono affatto rassicuranti.

Perché le spiagge libere sono sempre meno? Negli ultimi anni, la Puglia ha visto una progressiva privatizzazione della costa. Secondo i dati più recenti, circa il 50% del litorale pugliese è oggi occupato da lidi privati, un aumento rispetto al 40% di pochi anni fa. Questo significa che le spiagge libere, quelle dove si può andare senza pagare un euro, sono sempre più rare e spesso non attrezzate. Ma è davvero sufficiente? Pensate a Bari: la spiaggia di Pane e Pomodoro è praticamente l’unica area libera in città, ma è davvero un’alternativa valida? Pane e Pomodoro è diventata simbolo di questa contraddizione. Da un lato, è una delle poche spiagge pubbliche accessibili, dall’altro è spesso teatro di episodi di microcriminalità, come furti e borseggi. Solo di recente sono stati installati 36 armadietti portavalori per cercare di arginare il problema, ma la percezione di insicurezza persiste. Quindi, ci chiediamo: può una singola spiaggia, con questi problemi, bastare per una città di oltre 300mila abitanti? E soprattutto, quanto pesa sulla qualità della vita questa situazione?

Se la spiaggia libera è un miraggio, i lidi privati fanno pagare prezzi che stanno diventando proibitivi. Secondo un’indagine di Federconsumatori aggiornata al 2025, il costo medio per ombrellone e due lettini in Puglia è di circa 32 euro al giorno. Nelle località più gettonate del Salento, come Gallipoli, il prezzo può salire fino a 40 euro al giorno. Per una famiglia di quattro persone, con parcheggio e consumazioni, la spesa può superare facilmente i 100 euro al giorno. Vi sembra sostenibile? È giusto che una giornata al mare equivalga a una spesa così elevata? La costa sud, più famosa e affollata, è anche quella dove i prezzi sono più alti e i disagi maggiori. I lavori pubblici, spesso finanziati dal Pnrr, procedono lentamente e provocano ingorghi e rallentamenti sulle strade principali. Chi vuole godersi il mare si trova spesso bloccato nel traffico, perdendo tempo prezioso. Ma allora, perché non si investe di più in infrastrutture efficienti? E perché i lidi continuano a salire di prezzo, nonostante i disagi? A nord, invece, la situazione è diversa. Le coste del Gargano e della provincia Bat offrono lidi con prezzi più contenuti, spesso tra 10 e 20 euro al giorno per ombrellone e lettini. Qui le spiagge sono meno affollate e meno conosciute, ma potrebbero rappresentare un’alternativa valida e più accessibile. Perché allora non puntare di più su questa zona? Non sarebbe un modo per distribuire meglio il turismo e offrire un mare alla portata di tutti?

A questo punto, la domanda è inevitabile: cosa serve davvero per garantire un accesso al mare che non sia un privilegio? Servono più spiagge libere, ma soprattutto sicure e attrezzate. Serve una politica che non pensi solo al profitto dei concessionari, ma che metta al centro le persone e il loro diritto al mare.

Serve un investimento serio in infrastrutture e sicurezza, perché non basta aprire qualche armadietto portavalori o creare lidi costosi per risolvere il problema. La Puglia può ancora scegliere una strada diversa. Valorizzare le coste meno conosciute, investire in servizi pubblici e sicurezza, garantire spazi di qualità a prezzi accessibili. È una sfida complessa, ma necessaria. Perché il mare non può diventare un lusso, ma deve restare un bene comune, un diritto di tutti.

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