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Lettera aperta a Babbo Natale

Caro Babbo Natale, spero tu stia bene, io sono un po’ preoccupato per te, incontri tante persone ed il clima di guerra che stiamo vivendo favorisce la diffusione di questa tragedia che non sembra mai finire.

In Ucraina, ad esempio, siamo al terzo Natale di guerra e non vi sono buone notizie purtroppo della sua fine. L’impatto di questa tragedia è stato maggiormente pervasivo e intenso tra bambini e adolescenti appartenenti a nuclei famigliari di vari livelli sociali, pesando maggiormente su famiglie svantaggiate sia sul piano socio economico o residenti in contesti più deprivati.

La guerra è ancora presente in tanti altri Paesi del mondo, fra questi voglio ricordarti il drammatico genocidio che sta vivendo il popolo palestinese all’interno della striscia di Gaza. In Italia, una delle guerre che dovremo affrontare è quella del contrasto alle povertà socio economiche ed educative. È aumentata infatti, la dispersione scolastica del 19 per cento (più di 34mila studenti a rischio dispersione delle scuole superiori), è aumentata anche la dispersione implicita, per intenderci quella riferita ai ragazzi che escono dal percorso di studi senza le competenze fondamentali e in contesti di stress e di difficoltà economica (Save the Children).

Abbiamo notato il peggioramento, degli stili di vita, dei nostri adolescenti derivante dal distanziamento sociale, con un aumento del tempo trascorso di fronte a tablet, pc e social media, registrando, ad esempio, un aumento degli episodi di autolesionismo e di aggressività. Tra i più piccoli, invece, sono emerse maggiori irritabilità, disturbi del sonno e sintomi di stress, come irrequietezza e ansia.

Nel mondo 60 milioni di bambini in più rispetto a prima della pandemia, vivono in famiglie povere e oltre 23 milioni di bambini ad esempio, hanno saltato i vaccini essenziali.

Caro Babbo Natale in tanti Paesi scorrono negli occhi dei bambini immagini di guerra, secondo l’Unicef il 90 per cento dei minori nei luoghi di guerra ha bisogno di assistenza, da Gaza all’Ucraina fino a tanti Paesi africani. Migliaia di minori sono stati uccisi o feriti, migliaia di bambini anche meno di sette anni, sono stati reclutati nei combattimenti per diventare soldati. Le immagini e le storie provenienti dai confini dei popoli in guerra, raggiungono gli occhi dei nostri ragazzi come se stessero assistendo a video giochi, che simulano guerre e combattimenti estremi.

Caro Babbo Natale da noi, in Puglia, non vi è una guerra, ma ugualmente vi sono tragedie che colpiscono minori, ti segnalo nelle periferie della nostra regione, ma anche in quelle delle nostre città capoluogo di provincia, insieme all’aumento della povertà educativa, fenomeni accentuati di bullismo, di violenza sessuale fra adolescenti, di accesso indiscriminato a canali pornografici online, facilmente raggiungibili dai nostri minori, sviluppando una cultura negativa del rispetto della persona e del valore supremo della tutela del corpo e della bellezza delle emozioni più autentiche (dall’amicizia all’innamoramento, fino alla conoscenza della propria identità di genere). Le istituzioni a partire da quelle nazionali, devono avviare nuovi interventi educativi per il mondo giovanile. In particolare spetta ai Comuni e alle ASL sviluppare progetti obiettivi adeguati a migliorare lo stato di salute dei minori. Servono finanziamenti specifici e vincolati in bilancio per una nuova stagione che punti al benessere sociale delle nostri giovani.

Sempre più si evidenzia uno stato di fragilità genitoriale, che bisogna irrobustire attraverso un affiancamento educativo, che veda nella scuola percorsi stabili di educazione civica e alla salute, attraverso una nuova riforma della medicina sociosanitaria territoriale, con equipe stabili che facciano formazione su questi temi integrandosi con le attività didattiche storiche, coinvolgendo anche i genitori.

Caro Babbo Natale come vedi c’è tanto da fare e non basta la ricorrenza del Natale per risolvere mancanze, assenze, sciatterie, cattiverie, sfruttamento, e orrore. «L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va», e non credo che nel nuovo anno «sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce, anche gli uccelli faranno ritorno e ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno» (cit. L’anno che verrà-Lucio Dalla). Lo spero, ma vigilerò e ti chiedo di essermi accanto.

Tuo Ludovico Abbaticchio (Garante per i diritti dell’Infanzia e l’Adolescenza Regione Puglia)

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