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Il giusto equilibrio nella distribuzione delle risorse per la sanità locale

Dal 2019 al 2023, la Regione Puglia ha visto ridursi sensibilmente le risorse sanitarie disponibili a causa di una normativa nazionale che ha modificato i criteri di riparto del cosiddetto Payback farmaceutico.

Questo meccanismo, ideato per recuperare le eccedenze di spesa nell’acquisto diretto di farmaci, ha finito per penalizzare la nostra Regione, con una perdita stimata di circa 200 milioni di euro in cinque anni. Infatti, Il meccanismo utilizzato in questi anni effettuava la ripartizione delle somme rimborsate dalle case farmaceutiche secondo il criterio di ripartizione pro-capite. Pertanto, Regioni popolose e particolarmente virtuose nel rispetto dei tetti di spesa farmaceutica si vedevano rimborsare somme provenienti dalle Aziende farmaceutiche per lo sforamento del tetto di spesa di altre Regioni.

Il decreto fiscale legato alla Legge di bilancio 2025 con l’articolo 9-quater ha riformulato tale meccanismo di distribuzione, rispondendo alle pressanti richieste di tutte le Regioni, tranne la Lombardia. Il nuovo dettato normativo prevede infatti che il 50% della quota da assegnare sia calcolato in base alla popolazione (pro-capite) e il restante 50% in proporzione ai superamenti dei tetti di spesa.

L’Aifa sarà incaricata di determinare, entro il 31 ottobre dell’anno successivo a quello di riferimento, l’importo del ripiano da attribuire ad ogni azienda farmaceutica. L’Aifa dovrà comunicare i dati sia alle aziende che alle Regioni e, successivamente, il Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, adotterà un decreto, acquisendo il parere della Conferenza Stato-Regioni, che stabilirà le modalità per la redistribuzione delle quote variabili del ripiano tra le Regioni.

È previsto che queste quote variabili siano comprese tra un minimo del 30% e un massimo del 70% dello sforamento registrato, a seconda delle specifiche situazioni regionali. Il meccanismo operante dal 2019 al 2023 ha di fatto favorito Regioni come la Lombardia, che ha ottenuto circa 600 milioni di euro di rimborsi eccedenti lo sforamento della spesa, mentre molte altre Regioni, tra le quali la Puglia, hanno dovuto fare i conti con risorse ridotte.

Le conseguenze di questa disparità si sono tradotte in tagli ai servizi e difficoltà nell’accesso a farmaci innovativi. La qualità dell’assistenza sanitaria è direttamente proporzionale alle risorse disponibili, e un sistema sanitario sotto-finanziato non può garantire cure adeguate e tempestive. Di fronte a questa situazione, la Regione Puglia ha vivacemente supportato la questione in Conferenza Stato-Regioni, chiedendo al Governo di intervenire per stabilire un criterio più equo di distribuzione.

L’esempio emblematico che precede evidenzia come la costruzione di adeguati algoritmi di riparto delle risorse non siano un tema meramente matematico. Il loro funzionamento incide profondamente nelle scelte politiche ed economiche in generale e di quelle sanitarie in particolare. Essi di fatto permettono (o impediscono) il riequilibrio dell’annosa disparità esistente tra Regioni in termini di spesa sanitaria che, a volte, ha reso molto difficile persino il rispetto dei LEA.

Il nuovo algoritmo assicura oggi maggiori risorse alle Regioni più deboli dalle quali si spera segua l’offerta di servizi sanitari più efficienti ed accessibili a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza. Il futuro della sanità pugliese dipende anche da questo connubio: lottare per ricevere maggiori risorse proporzionali ai bisogni reali della popolazione; impegnarsi a garantire un’assistenza sanitaria di qualità limitando gli sprechi. Senza questo cambiamento il vero rischio rimane quello di compromettere il diritto fondamentale alla salute per migliaia di cittadini, soprattutto quelli meno abbienti.

Massimo Russo è docente di Economia aziendale presso l’università di Foggia

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