È notizia di questi giorni, riportata da vari organismi di stampa, che le competenze alfabetiche e matematiche dei ragazzi e degli adulti siano globalmente diminuite. Ad affermarlo è l’organismo internazionale Ocse che ha misurato le suddette competenze tra circa 160 mila persone di età compresa fra 16 e 65 anni in 31 Paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
Il dato è sconfortante, tenendo conto del fatto che, rispetto all’ultima rilevazione, risalente al 2013, ci si sarebbe aspettati piuttosto un incremento delle competenze, anche in vista delle crescenti sfide che adulti e giovani dovranno affrontare nel futuro.
Dinanzi a questo calo generalizzato ci sarebbe da interrogarsi sulle cause molteplici di un fenomeno complesso e multifattoriale, per individuare eventuali soluzioni ed apportare idonei correttivi. Sicuramente si deve tener conto delle disparità socioeconomiche nei vari Paesi interessati dalla rilevazione, che penalizzano studenti provenienti da contesti svantaggiati; senza contare il peso dei fattori culturali che in alcune aree attribuiscono scarso valore all’istruzione di base.
Peraltro la pandemia da Covid-19 ha contribuito, con lunghi periodi di apprendimento a distanza, a una minore qualità dell’istruzione; ma sicuramente una eccessiva dipendenza dalla tecnologia, con un uso smodato di dispositivi digitali, ha ridotto la capacità di concentrazione, di lettura approfondita e di calcolo mentale nei giovani. Inoltre, con l’aumento dell’intrattenimento digitale, si è verificato un declino della lettura per il puro piacere, con conseguente impatto sulle competenze alfabetiche e sulla capacità di comprendere testi complessi. Indubbiamente le due agenzie educative per eccellenza, la scuola e la famiglia, svolgono un ruolo determinante nella formazione delle nuove leve; in particolare, molto resta ancora da fare nel campo della formazione degli insegnanti, per affrontare le sfide educative moderne; ma la promozione della lettura e del pensiero critico fin dai primi anni scolastici resta uno dei punti fermi nella formazione delle future generazioni.
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