Dagli autoveicoli ai macchinari, dall’abbigliamento ai farmaci. Più in generale, dall’esplorazione dell’ambiente terrestre alla sua tutela, dallo sviluppo di tecnologie industriali per una produzione meno energivora e meno inquinante alla protezione della salute umana ed animale.
Aumentano ancora e sono davvero tanti gli investimenti pubblici e privati nella ricerca scientifica e nello sviluppo sperimentale (R&S) al fine di poter incrementare la competitività dei sistemi economici, favorendo conoscenze sempre più elevate e qualificate nella realizzazione di beni e servizi, con impatti positivi sui risultati complessivi. Le attività di R&S rappresentano, dunque, l’insieme dei lavori creativi intrapresi con l’obiettivo di accrescere le competenze in nuove applicazioni pratiche. Sono perciò ricomprese la ricerca di base, quella applicata e lo sviluppo sperimentale che sono attività rilevabili grazie al “Manuale di Frascati” che, dagli anni Sessanta, rappresenta la base concettuale e metodologica per la sua misurazione. A livello territoriale, tale spesa resta ancora molto concentrata nelle regioni del Centro-Nord. Parliamo infatti dei due terzi: oltre 17 miliardi di euro sul totale di 26. Nel Sud l’impegno di spesa in R&S ammonta a 2,8 miliardi di euro, di cui 672 milioni di euro in Puglia, sostenuta da imprese (309 milioni di euro), università (253 milioni), istituzioni pubbliche (91 milioni) e istituzioni private no profit (19 milioni).
Questa attenzione da parte delle imprese e delle amministrazioni pubbliche è anche dovuta alle sollecitazioni dell’Ue che persegue il tema della sostenibilità attraverso i criteri Esg, acronimo delle parole “environment”, “social” e “governance”, ovvero i tre fattori ritenuti fondamentali per verificare, misurare e sostenere l’impegno in termini di sostenibilità di un’impresa o di una organizzazione. A sua volta utili per valutare e selezionare i potenziali investimenti. Sono raggruppati i criteri ambientali in grado di valutare come un’azienda si comporti nei confronti dell’ambiente (environment), i criteri relativi all’impatto sociale per esaminare l’impatto e la relazione con il territorio, con le persone, con i dipendenti, i fornitori, i clienti e in generale con le comunità (social), nonché una gestione aziendale ispirata a buone pratiche e a principi etici, riguardo alle logiche legate alla retribuzione dei dirigenti, al rispetto dei diritti degli azionisti, alla trasparenza delle decisioni e delle scelte aziendali, fino al rispetto delle minoranze (governance). I criteri Esg sono davvero importanti perché consentono di ricondurre a criteri di misurazione oggettivi e condivisi tutte le attività ambientali, sociali e di governance.
Davide Stasi – Responsabile Osservatorio Economico Aforisma