Mario Draghi, con il suo recente rapporto sulla competitività dell’Unione Europea, ha lanciato un messaggio chiaro e diretto: l’Europa deve affrontare riforme senza precedenti per mantenere il passo con le sfide globali e affermarsi come leader economico mondiale. Le parole di dell’ex Premier si concentrano su una serie di punti chiave che evidenziano le aree critiche in cui l’UE deve intervenire rapidamente, partendo dalla digitalizzazione, passando per la riduzione dei costi energetici, fino alla necessità di nuove competenze che permettano di sostenere l’innovazione tecnologica. Il richiamo a un impegno comune da parte di tutti gli Stati membri è fondamentale per rafforzare la competitività europea e garantire un futuro prospero per il continente.
Tra i principali freni individuati nel rapporto ci sono il ritardo tecnologico e la mancanza di una vera trasformazione digitale. Draghi ha posto l’accento sull’importanza di accelerare il processo di digitalizzazione, riconoscendo che questa rappresenta una delle leve più potenti per aumentare la produttività in tutti i settori economici. La tecnologia non è solo un motore per l’industria, ma un prerequisito per ogni futuro sviluppo economico. Draghi ha chiaramente indicato che, senza una svolta digitale, l’Europa rischia di restare indietro rispetto alle altre potenze globali, come gli Stati Uniti e la Cina, che stanno investendo pesantemente in questi settori.
Un altro punto centrale del rapporto è la necessità di una riforma del mercato dei capitali, che possa rendere le piccole e medie imprese (Pmi) più competitive a livello globale. Draghi ha sottolineato come sia cruciale implementare politiche industriali innovative che possano incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo, nonché facilitare l’accesso al credito per le aziende di piccole e medie dimensioni. Solo così sarà possibile sostenere una crescita sostenibile e inclusiva.
Se consideriamo le riforme necessarie per rilanciare la competitività europea, il Mezzogiorno potrebbe giocare un ruolo cruciale. Da tempo afflitto da gravi disparità economiche, il Sud potrebbe trasformarsi in una risorsa fondamentale per l’intero continente. Draghi non l’ha detto apertamente, ma il suo richiamo alle riforme strutturali è un’opportunità per rivalutare il potenziale del Mezzogiorno, in particolare nel contesto della digitalizzazione e delle energie rinnovabili.
Il Sud, con i suoi spazi, le sue risorse naturali e il suo capitale umano, rappresenta una straordinaria opportunità per guidare la transizione energetica e digitale dell’Europa mediterranea. Tuttavia, per realizzare questa trasformazione, è necessario un impegno forte da parte delle istituzioni locali, nazionali ed europee. Le infrastrutture, soprattutto quelle digitali, sono ancora carenti in molte aree del Mezzogiorno, e il gap con il resto del Paese è evidente. Ma è proprio qui che si potrebbe fare la differenza: investendo in tecnologie avanzate e in energia pulita, il Sud potrebbe diventare un modello di sviluppo sostenibile per l’intera Unione Europea.
Le imprese del Sud hanno le potenzialità per guidare questo cambiamento, ma necessitano di un supporto strutturale, non solo in termini di infrastrutture, ma anche di accesso a fondi e capitali per sostenere la crescita e l’innovazione. In questo contesto, la riforma del mercato dei capitali, menzionata da Draghi, sarebbe un’arma vincente. Consentire alle Pmi di avere un accesso più semplice ai finanziamenti permetterebbe di ridurre le disuguaglianze economiche tra Nord e Sud e di rendere il Mezzogiorno un motore di innovazione e sviluppo per l’intera Europa. Investire nel nostro Sud significa, in ultima analisi, investire nel futuro dell’Europa.