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Le comunità energetiche? Un’opportunità di risparmio e sviluppo

Le ondate di calore, sempre più frequenti e prolungate, ci impongono una riflessione che va oltre la crisi climatica. L’aumento delle temperature medie, infatti, non impatta solo sugli ecosistemi e sulla società, ma anche sull’economia globale e su quella domestica. Basti pensare alle bollette di luce e gas che continuano a rappresentare una voce di spesa particolarmente gravosa per le famiglie. Non bastano ormai più i consigli per risparmiare sui consumi: utilizzare lampadine a led o gli elettrodomestici in modo efficiente sono suggerimenti utili, sì, ma non azzerano di certo la bolletta.

Estate dopo estate, il caldo sta raggiungendo valori sempre più elevati, spingendo all’accensione più prolungata di climatizzatori e refrigeranti. Così, le ondate di calore aumentano la necessità di energia per il raffreddamento degli edifici, incrementando la domanda complessiva. Inoltre, la siccità riduce la disponibilità di acqua, facendo diminuire la produzione di energia idroelettrica che rappresenta una fonte importante in molte regioni.

Non basta neppure più la politica adottata dall’Unione europea che, va ricordato, importa gran parte della sua energia. Ricordiamo tutti i livelli record raggiunti dal prezzo dell’energia nel 2022. L’aumento dei prezzi all’ingrosso era iniziato nel 2021 in seguito alla pandemia innescata dal Covid e alla crescente domanda internazionale.

Tra dicembre 2020 e dicembre 2021, il prezzo all’importazione dell’energia nell’Unione europea è più che raddoppiato. Un’impennata senza precedenti, in quanto i prezzi all’importazione, sebbene piuttosto volatili, non variano di oltre il 30 per cento circa nel corso di un anno. L’invasione russa dell’Ucraina e la decisione unilaterale di sospendere le forniture di gas ad alcuni Stati membri hanno avuto un effetto aggravante.

Per fronteggiare i crescenti costi energetici, cittadini, aziende, enti pubblici e privati possono aderire a una comunità energetica rinnovabile (Cer) al fine di condividere l’energia rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti che fanno parte della comunità stessa. Chiunque può farne parte: dalle amministrazioni comunali agli enti di ricerca, dagli enti religiosi alle famiglie, dalle piccole e medie imprese alle ditte individuali, dalle cooperative ai soggetti del terzo settore e di protezione ambientale.

L’obiettivo principale è quello di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai propri membri e alle aree locali in cui avviene l’autoconsumo di energia rinnovabile, riducendo l’emissione di gas serra e favorendo l’indipendenza energetica del nostro Paese. Una Cer può aggregare sia produttori di energia rinnovabile sia autoconsumatori di energia rinnovabile sia consumatori di energia elettrica che non possiedono impianti. Inoltre, la presenza di impianti energetici autonomi e la riduzione dei costi per i condòmini migliorano il valore complessivo degli immobili.

È di prossima attivazione la “Cer Vernole”, un impianto fotovoltaico da un megawatt di picco realizzato a Vernole, in provincia di Lecce, che con la sua produzione annua stimata di circa 1.800.000 kilowattora (kWh) potrà accogliere i cittadini, le aziende e gli enti pubblici e privati che si trovano nei Comuni di Bagnolo del Salento, Cannole, Carpignano salentino, Castrignano dei greci, Corigliano d’Otranto, Cursi, Martano, Melendugno, Melpignano ed Otranto. L’impianto sarà messo a disposizione della Cer denominata “Comunità Energetica Italiana” già attiva da qualche mese. Il decreto sulle comunità energetiche rinnovabili, oltre a prevedere investimenti per la sostenibilità e la collettività, consente di ricevere un beneficio economico ventennale, per la condivisione virtuale dell’energia sia prodotta che consumata, erogato dal Gestore dei servizi energetici (Gse). Aderire è semplice e gratuito e si dà un’opportunità di crescita per il territorio e di risparmio alle famiglie.

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