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Le aree interne laboratori di idee e future sfide

Le aree interne e i piccoli Comuni giocano la partite delle competenze e delle professionalità per salvarsi essendo ormai fuori dai radar del futuro.

Un squadra di alto livello professionale in grado di fornire proposte legislative a livello nazionale ed europeo per provare a regalare ai dieci milioni di cittadini che vivono nei 5000 piccoli Comuni italiani sotto i cinquemila abitanti quelle opportunità e quei servizi di base indispensabili.

La logica dei numeri, del costo/beneficio uccide i piccoli Comuni. Fino a quando parleremo di sanità legata al numero dei pazienti, dei fruitori e non di servizio dovuto al benessere del cittadino non andremo molto lontano. Se la scuola la teniamo solo con un determinato numero di alunni la scuola nelle aree interne chiude e non garantiamo un servizio alla conoscenza ai saperi del cittadini che risiedono nelle aree interne.

Allora il Coordinamento nazionale dei piccoli comuni lancia la sfida delle “norme utili” e delle “leggi giuste” avvalendosi del lavoro e del supplemento di generosità di professionisti di valore europeo.

Letizia d’Altilia (docente diritto penale dell’economia alla Bicocca), Alessio Lanzi (direttore scientifico della scuola di della giustizia tributaria, già componente del Csm, Luigi Cameriero, giurista, Emmanuele di Fenza (esperto europeo in materia di controllo bancario) Insieme a loro e tante altre professionalità come antropologi, esperti in gestione sanitaria, scolastica e pianificazione urbanistica, proviamo a costruire proposte parlamentari nazionali ed europee per il futuro di milioni di cittadini che vivono nelle aree interne italiane ed europee. Il sistema universitario italiano ed europeo l’interlocutore privilegiato con il quale dialogare e generare futuro.

I nostri piccoli Comuni possono diventare il luogo del pensiero progettuale, della elaborazione e dell’innovazione tecnologica nel segno della migliore tradizione. Una sfida enorme che purtroppo non trova la doverosa attenzione della Politica e delle istituzioni ad ogni livello, soprattutto al Sud dove non ci sono “idee” e visione strategica sul tema. Il Sud è tecnicamente fallito e la forbice con il Nord e l’Europa si allarga sempre di più e noi proviamo ad indicare una strada possibile, una speranza da coltivare insieme.

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