SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Lavoro nero, serve la rete sociale

Quello dello sfruttamento del lavoro dei migranti, del caporalato e della illegalità è un fenomeno complesso. È, anche, un fenomeno inaccettabile com’è la vita, anzi la “non vita” nei ghetti. Accanto al mero fenomeno migratorio, c’è una serie di emergenze, di mancanze e di cortocircuiti creatisi nel corso del tempo.

Che le politiche migratorie abbiano dimostrato più di una pecca è sotto gli occhi di tutti, indipendentemente dalla gestione di un Governo rispetto a un altro, e che le organizzazioni attive nei processi di accoglienza e gestione abbiamo dimostrato tanti limiti, è altrettanto evidente.

In tutto questo, il sindacato si è mosso e si muove con particolare rigore. Da sempre ha la possibilità di monitorare da vicino la situazione reale essendo affianco ai lavoratori e potendo conoscere e comprendere le realtà vicine ad una fetta particolare di lavoratori. Come la Cisl, che avendo nella sua mission la persona al centro e come percorso la dignità del lavoro, opera secondo queste coordinate.

Proprio chi fa sindacato attivo provando ad intercettare le istanze dei lavori, i bisogni della gente e gli input provenienti dal territorio sa bene che lo sfruttamento lavorativo nella provincia di Foggia è una piaga dolorosa e sa che la situazione appare complessa come lo è la sua soluzione che è soggetta alla necessaria collaborazione tra le istituzioni locali, le associazioni datoriali e le rappresentanze sindacati.

Fondamentale, basilare, imprescindibile è la creazione di una rete sociale, prima di accoglienza e soprattutto poi di integrazione, inclusione. Una rete che oltre all’urbanizzazione, intesa come alloggi e trasporti per i migranti, assicuri una serie di servizi e di tutela, sia della persona che dello status di lavoratore.

Il pragmatismo favorisce la nostra volontà di proporre un impegno sindacale per una azione fattibile e concreta. Noi ribadiamo da tempo la necessità che gli sforzi di tutti ruotino intorno alla elaborazione di un ‘Modello Foggia’, realizzabile attraverso quel ‘Patto per la Capitanata’ che abbiamo avuto la convinzione di proporre sin dal 2020, riallacciandoci alla proposta nazionale dell’organizzazione sulla necessità di un ‘Patto Sociale’ per il Paese. Senza ombra di dubbio, la ‘condizio sine qua non’ per la sua realizzazione è quella strada che suggeriamo da tempo, ossia la collaborazione, la sinergia e la coesione di tutti gli attori della comunità. In una parola, rafforzando il concetto di rete, bisogna siglare delle alleanze per il territorio. Tra l’altro auspichiamo da tempo l’apertura di tavoli di confronto per affrontare realmente le cause del caporalato, applicare interventi di contrasto e soprattutto utilizzare strategicamente le risorse del Pnrr, senza costruire inutili cattedrali nel deserto. Mi sembra che le ultime azioni messe in campo dal prefetto di Foggia Maurizio Valiante vadano proprio in questa direzione e lo annoto in modo positivo.

I ghetti e le migliaia di lavoratori stranieri che si offrono a tutto e creano terreno fertile per i caporali non sono i soli tasselli che compongono il mosaico, perché sono gli stessi valori della filiera ad essere squilibrati con un alto costo per la coltivazione e la produzione dei prodotti ed un costo al ribasso per la vendita. Chi è costretto in questo imbuto per forza di cose riduce il costo del lavoro, riducendo anche la sicurezza. La provincia di Foggia è terra di eccellenze alimentari, eppure sconta la mancanza di un sistema efficace della produzione agricola e della sua trasformazione, che sia in grado di poggiare su un sano e moderno processo di fattibilità dell’agroindustria. Ecco perché è necessario che si azionino tutti i meccanismi di una reale tutela del valore dei prodotti di qualità, è fondamentale che si recuperi la spendibilità di tale valore ed è necessario che tutti gli attori, ossia istituzioni, enti, forze sociali, associazioni di categorie, forze datoriali e associazioni complessivamente producano un miglioramento organizzativo della filiera dell’agroalimentare, dell’ortofrutta, della viticultura e dell’olivicoltura in particolare.

Carla Costantino è segretaria generale della Cisl Foggia-BAT

ARGOMENTI

editoriale
intervento
lavoro nero
riflessione

CORRELATI

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!