Lavoro all’estero e formazione per i futuri top manager

L’Istat ha da poco pubblicato dati molto confortanti sull’andamento del tasso di occupazione, salito al 62,2% nel secondo trimestre dell’anno. Si tratta di un nuovo record positivo, cui corrisponde anche un significativo calo del tasso di disoccupazione che è sceso al 6,8%. Il livello più basso dopo il terzo trimestre 2008 (quando si attestò al 6,7%). Anche confrontando il trimestre maggio-luglio 2024, con quello precedente (febbraio-aprile 2024), si osserva un incremento nel numero di occupati (+0,3%, pari a +83mila unità).

Il numero di occupati, a luglio 2024, supera quello di luglio 2023 del 2,1% (+490mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età ad eccezione dei 15-24enni. Il tasso di occupazione in un anno sale di 1,0 punti percentuali.

Purtroppo, l’Italia resta indietro rispetto agli altri Paesi europei per il livello di istruzione. A soffrire è l’intera penisola che si colloca al penultimo posto in Europa per quota di 25-34enni in possesso di un titolo di studio terziario (diploma di tecnico superiore, diploma accademico, laurea o dottorato di ricerca).

Eppure, il livello di istruzione è un fattore importante per la partecipazione al mercato del lavoro. Secondo l’Istat, in Italia, nel 2021, i 30-34enni in possesso di un titolo di studio terziario sono il 26,8%, una percentuale nettamente inferiore alla media Ue27, che raggiunge il 41,6%. Ancora una volta il Mezzogiorno risulta particolarmente svantaggiato: è laureato un giovane su cinque (20,7%), contro tre giovani su dieci nel Centro e nel Nord (30%). Le differenze sono ancora più rilevanti se si pensa che la percentuale di donne laureate è pari al 33,3%, contro una media europea del 47%.

Questi temi sono stati al centro dell’incontro tenutosi il 13 settembre fra il rettore dell’Università degli studi di Bari, Stefano Bronzini, e l’amministratore delegato di Adecco Italia, Angelo Lo Vecchio. Come ha dichiarato il magnifico rettore, il contesto familiare è un fattore determinante per il raggiungimento di più elevati livelli di istruzione. Nelle famiglie con almeno un genitore diplomato, infatti, la quota di figli 30-34enni in possesso di un titolo terziario si ferma al 39,3%, mentre sale al 70,1% quando almeno un genitore è laureato. Eppure, secondo Angelo Lo Vecchio, la laurea non è solo un pezzo di carta, infatti il tasso di occupazione dei giovani laureati di 30-34 anni supera di oltre 12 punti quello dei coetanei diplomati e le differenze sono significative anche dal punto di vista retributivo. Adecco Italia sta facendo investimenti significativi nel settore della formazione e intende contribuire affinché il sistema universitario sia più inclusivo e possa avvalersi delle esperienze pratiche rivenienti dal mondo del lavoro. La storia personale di Angelo Lo Vecchio, laureatosi presso l’università di Bari, agli inizi del 2000, testimonia l’importanza di associare una solida preparazione di base a un percorso di crescita fatto da importanti esperienze di lavoro all’estero alternate a momenti di formazione manageriale. Nel corso dell’incontro si è parlato molto di futuro e di quanto sia importante che le università, in collaborazione con le aziende più innovative ed attente ai temi delle sostenibilità, forniscano alle nuove generazioni le competenze necessarie per gestire la fase di transizione che stiamo vivendo.

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