Categorie
Le idee Le idee

La vera politica è riscoperta della vocazione di servizio

Nel tempo di smarrimento collettivo, dove la parola “politica” sembra svuotata di senso e ridotta a mera tecnica di consenso, occorre ritrovare la sua essenza più alta: la politica come scienza e arte del governare, come ricerca del bene comune, come forma concreta di amore per la comunità. La Puglia, terra di contrasti e di luce, di antiche radici contadine e di civiltà aperta al mondo, ha dato all’Italia figure che hanno testimoniato con la loro vita che la politica è vocazione, non mestiere; servizio, non potere. Aldo Moro, pugliese di Maglie, insegnava che «la politica è pazienza, è comprensione, è rispetto per l’altro». La sua idea di democrazia era un cantiere aperto, una costruzione lenta e faticosa che si reggeva sulla fiducia reciproca e sulla forza del dialogo. Nelle sue parole risuona ancora l’appello a una politica che sappia pensare, ascoltare, educare. Una politica che non riduce, ma eleva; che non divide, ma compone.

Sandro Pertini, con il suo linguaggio diretto e la sua onestà limpida, ricordava che la politica deve restare “scuola di libertà e di responsabilità”. Egli incarnava la coerenza morale come forma più alta di leadership, dimostrando che il potere, se non è temperato dall’etica, diventa violenza istituzionale. Pertini, come Moro, credeva che la dignità umana fosse la prima e ultima misura di ogni atto politico. E accanto a loro, nel cuore del Sud e della Puglia più profonda, si staglia la figura di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e “profeta di pace”. Anche lui parlava di politica, ma la chiamava con un altro nome: «convivialità delle differenze».

La sua era una politica incarnata, fatta di mani sporche di vita, di sguardi che comprendono, di gesti che uniscono. Diceva che «la politica, se non è servizio, è dominio, e se è dominio non è più politica». In queste parole ritroviamo la radice evangelica e civile della buona politica, quella che non si accontenta di amministrare ma vuole trasformare. Oggi la Puglia – e con essa l’Italia intera – ha bisogno di recuperare questa eredità. Abbiamo bisogno di una politica colta e popolare, rigorosa e compassionevole, capace di coniugare competenza e umanità. Una politica che non parli sopra le persone, ma cammini accanto a loro. Tornare alla politica come scienza di governo significa riconsegnarle la sua missione pedagogica: formare coscienze, orientare le scelte, costruire futuro. Significa educare i giovani alla partecipazione, non all’indifferenza; significa ricordare che la vera leadership non è quella che comanda, ma quella che cura.Dalla lezione di Moro, Pertini e don Tonino possiamo trarre un messaggio semplice e potentissimo: la politica, quando è autentica, è atto d’amore. E l’amore – come la libertà, come la pace – non si misura con i sondaggi, ma con la coerenza dei gesti quotidiani. Ritrovare questa visione significa restituire nobiltà alla democrazia e dignità al Paese. Solo allora potremo dire, con la fierezza delle nostre radici pugliesi, che la politica è ancora l’arte più alta dell’uomo libero, quella che costruisce ponti, custodisce la speranza e rinnova la vita delle comunità.

Lascia un commento Annulla risposta

Exit mobile version