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La tornanza insieme alla restanza per rigenerare i borghi d’Italia

Prende forma, in un’Italia segnata da decenni di emigrazione giovanile, un nuovo paradigma culturale: la Tornanza. Non si tratta semplicemente di tornare indietro, ma di un ritorno consapevole, ricco delle competenze e delle visioni maturate altrove, che si trasforma in motore di rigenerazione per i borghi italiani.

Ideata da Antonio Prota e Flavio Albano e raccontata nel libro “La Tornanza – Ritorni e Innesti orientati al futuro”, questa visione mette al centro l’incontro tra chi torna, i “tornanti”, e chi è rimasto, i “restanti”. Due soggettività diverse che, unendo innovazione e tradizione, danno nuova linfa ai territori interni.
Un esempio concreto di questa visione è FAME (Food, Art, Move, Energy), un progetto che promuove lo sviluppo locale integrando agricoltura, turismo, arte e sostenibilità. Ma la Tornanza si esprime anche attraverso strumenti narrativi come il podcast itinerante, in cui i tornanti condividono storie di ritorno e di impatto locale, raggiungendo quasi un milione di visualizzazioni sui social. Racconti che ispirano e mobilitano nuove energie.

Il movimento prende forma anche nello spazio fisico e nella dimensione relazionale. I Tornanza Festival, eventi pubblici in stile TEDx, sono momenti di incontro, confronto e co-creazione. Dopo la prima tappa a Padula, nuove edizioni sono previste in città del Sud come Potenza e Matera.

Per accompagnare questi percorsi stanno nascendo anche i primi “hub della Tornanza”, luoghi concreti di collaborazione tra tornanti e restanti. I primi apriranno a settembre a Padula e Gravina in Puglia, veri e propri laboratori di innovazione territoriale.

A completare il quadro, la Tornanza Academy offrirà percorsi formativi dedicati all’autoimprenditorialità e alla progettazione sostenibile. Il primo corso prenderà il via in autunno a Bari, con l’obiettivo di formare una nuova generazione di leader locali.

Tornanza e Restanza sono concetti distinti ma complementari, che si intrecciano in una visione condivisa di futuro per i territori marginalizzati. La Tornanza riguarda chi è partito e sceglie di tornare, portando con sé competenze, reti e nuove prospettive. La Restanza, concetto elaborato da Vito Teti, indica la scelta di chi è rimasto nei territori interni, resistendo allo spopolamento e custodendo relazioni, saperi e identità. Insieme, tornanti e restanti operano per la rigenerazione sociale, culturale ed economica delle aree interne.

Innovazione e radicamento sono due parole chiave di questi due movimenti : i tornanti introducono approcci innovativi: startup, progettazione europea, turismo esperienziale, pratiche sostenibili.
I restanti garantiscono la conoscenza profonda del territorio, delle sue dinamiche e delle reti comunitarie.
Tornanza e Restanza superano la logica centro-periferia, rompendo con l’idea che il centro – la città, l’estero – sia l’unico luogo di progresso, e la periferia sinonimo di arretratezza.

Rivalutano i margini, restituendo centralità culturale, economica e simbolica ai borghi e alle aree interne. I borghi diventano luoghi di sperimentazione sociale, dove si costruiscono insieme nuove forme di comunità. Tornanza quindi non è tornare indietro. È un atto politico, culturale e umano che, in dialogo con la Restanza, costruisce un nuovo modello di sviluppo: radicato nella memoria, orientato all’innovazione, fondato sulla partecipazione.

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