Un giornalista entra nella sala dove è riunita una commissione e diventa bersaglio di una consigliera. Succede in quella enorme caserma in cui Bari sembra essersi trasformata.
Quel giornalista si chiama Umberto Sperti, lavora per “L’Edicola del Sud” e segue, quotidianamente e con rigore assoluto, i lavori delle commissioni. Ad apostrofarlo in modo poco garbato è stata Silvia Russo Frattasi, con toni che di certo non si addicono a una nobildonna con una solida esperienza politica quale ella è. Non solo: evidentemente infastidita dai riflettori che “L’Edicola del Sud” ha da tempo acceso sulle contraddizioni politiche e sulle inefficienze amministrative che caratterizzano Bari, Russo Frattasi non ha esitato a definire il nostro come «un giornale di merda», suscitando peraltro l’imbarazzo dei colleghi presenti.
Non è la prima volta che accade. Poche settimane fa era stato il consigliere comunale materano Francesco Lisurici a bollare frettolosamente come «cazzate» le notizie fedelmente riportate dal collega Guido Tortorelli a proposito della “frettolosa” installazione di giostre su un terreno di proprietà dell’Ader. I documenti e i fatti successivi hanno poi dimostrato come le notizie riportate da Tortorelli fossero tutto tranne che «cazzate», con buona pace di Lisurici.
Ora non ci aspettiamo le scuse da Russo Frattasi né da Lisurici: l’esperienza insegna che la politica – o, meglio, certa politica – è tanto facile all’ira quanto lenta nell’autocritica. Ma non possiamo non ricordare a Russo Frattasi e a Lisurici che il lavoro del giornalista consiste nel dare notizie, ovviamente dopo averle verificate e senza cedere alle intimidazioni o alle “carezze” del politico di turno. È quello che “L’Edicola del Sud” ha fatto e continuerà a fare, confermando la massima disponibilità al confronto verso qualsiasi interlocutore onesto, leale, rispettoso del lavoro altrui (e, perché no, anche del proprio ruolo istituzionale). A questi interlocutori – così come a quelli disonesti, sleali e irrispettosi – ricordiamo il tratto distintivo de “L’Edicola del Sud”: quello di un giornale nei confronti del quale l’intimidazione si spegne inascoltata e la lusinga crolla nel ridicolo.