L’analisi dei dati statistici non è incoraggiante per la nostra Puglia, così come per altre regioni del Sud Italia. Tuttavia, i dati statistici meritano diverse e attente letture: ad esempio è errato considerare solo il dato relativo al numero di denunce perché andrebbe analizzato unitamente a quello relativo all’esito quanto meno di primo grado.
Come si è concluso il procedimento scaturito da quella denuncia? È possibile che molte delle denunce che ci allarmano si concludano poi con un nulla di fatto o anche con la remissione della querela. Inoltre, non si può dimenticare che esiste una gran parte di reati che viene commesso in assenza di denuncia, in alcuni casi perché le vittime, spesso donne, hanno paura delle reazioni o sono economicamente dipendenti del familiare maltrattante o, peggio ancora, perché i familiari (genitori) vivrebbero la denuncia come una vergogna sociale. Ed ancora, l’incidenza elevatissima delle donne come vittime dei reati spia dipende anche dalla circostanza per cui, come pure è emerso in alcune indagini statistiche, gli uomini vittima di simili reati provano profonda vergogna nel denunciare le donne e, anche su questo, si apre un tema di disagio sociale e di stigma culturale.
Il cammino è ancora molto lungo, le donne dovranno continuare a calpestare la strada tracciata da Lidia Poët e altre grandi personalità senza oltrepassare il confine del rispetto verso l’altro, senza approfittare delle tutele che hanno, a fatica, conquistato. Sarebbe offensivo per tutte le donne che hanno lottato per conquistare diritti e per quelle che ogni giorno lottano e muoiono nei paesi che non li hanno ancora riconosciuti.
Valeria Logrillo è avvocata penalista e dottoressa in Scienze investigative