Il Mezzogiorno, ancora senza alta velocità, ha scoperto di avere una nuova locomotiva! Nei fatti, la Puglia non solo è la regione più resiliente del Sud, ma anche quella che ha dimostrato una vitalità economica e una attrattività finanziaria senza precedenti. La fotografia scattata dall’Istat nel 2022 – a mio avviso – non è da considerarsi episodica, ma segna un cambio di passo della nostra regione che va adeguatamente analizzato.
È il lavoro la grande priorità, che è stata riportata in Puglia al centro dell’agenda, supportando le imprese con piani di sviluppo interessanti in grado di generare occupazione di qualità. Un bellissimo saggio di Henry Etzkovitz, oggi senior research fellow presso la Stanford University, ha chiarito come lo sviluppo economico e sociale di un paese poggi su tre componenti – o come vengono da lui definite, tre eliche – la cui interazione consente una propulsione senza precedenti.
La prima elica è l’Università, con la sua produzione di ricerche, brevetti, idee e nuove conoscenze, ma anche con la formazione di giovani preparati e motivati. La seconda elica è l’Industria, che è costantemente alla ricerca di nuove idee e soluzioni per poter vincere le sfide che il mercato oggi impone, attraverso innovazioni tecnologiche e la messa in opera di nuovi modelli di business. La terza elica è la Pubblica Amministrazione, che ha oggi un ruolo decisivo per attrarre investimenti e per promuovere lo sviluppo del territorio e delle comunità di riferimento. In questa breve disamina delle concause che hanno consentito alla Puglia di avere il minore tasso di disoccupazione del Mezzogiorno, permettetemi di partire dalla meno scontata: la Pubblica Amministrazione.
La Puglia è da anni destinataria di importanti risorse trasferite dalla Comunità Europea per favorirne la crescita ed è sempre stata attenta ad un buon uso di queste risorse. Ma nei dipartimenti pubblici, nelle tante riunioni organizzate con le aziende interessate ad investire in Puglia, si respira oggi un clima diverso. Un sacro fuoco che accende il civil servant e lo trasforma in funzionario-imprenditore, capace di animare un dibattito nuovo in cui tra un “patate, riso e cozze” e un “crudo di mare” si pongono le basi per far comprendere a multinazionali dell’Ict, della consulenza e dell’high tech che la Puglia non è solo turismo e agricoltura, ma un territorio aperto al nuovo, con rilevanti competenze sedimentate e con un tessuto produttivo e culturale di primo piano. Certo, facilitati dai rilevanti fondi provenienti dalla Comunità Europea e dal Pnrr, ma va dato atto che è grazie alla competenza sviluppata in primis dalla Regione Puglia – nei suoi tanti dipartimenti e società collegate – e dal Comune di Bari, come capofila di tante altre municipalità, se possiamo avere avuto questi primi importanti risultati.
Ma la crescita occupazionale è solo in parte riconducibile agli iniziali investimenti delle tante multinazionali che, stimolate dal South working, stanno investendo in Puglia. L’industria pugliese è da anni in fermento e i macro-comparti dell’agroalimentare, della meccatronica, dell’aerospazio e delle energie rinnovabili sembrano oggi inarrestabili. Le Pmi pugliesi crescono, grazie a progetti innovativi, sfidanti, all’uso di nuove tecnologie, all’internazionalizzazione e alla costruzione di nuovi modelli di business. E con la crescita del fatturato, cresce in modo sostenibile l’occupazione. A dimostrazione della capacità delle imprese pugliesi di saper fare bene il proprio mestiere vi è il grande interesse dei fondi di Private Equity. Anche se la cultura manageriale, prima di fare questo ulteriore passo, deve ancora consolidarsi. Un terzo e importante fattore per la crescita, anche qui non scontato, è il ruolo del sistema universitario pugliese che, nelle sue componenti pubbliche e private, sta giocando in modo coeso un ruolo di primo piano nell’attrazione dei fondi Pnrr e nella costruzione di nuovi sfidanti progetti.
Spesso la Puglia viene definita la nuova Silicon Valley. Se osserviamo Stanford, una delle università più vitali dal punto di vista del rapporto con le imprese, capiamo l’importanza di avere eccellenze universitarie come trampolino di lancio delle nuove innovazioni e del cambiamento dei modelli di business. E i rilevanti finanziamenti statali che stanno confluendo in Puglia consentono di fare massa critica e di attrarre le migliori menti da tutto il mondo, favorendo l’accumulazione del capitale umano necessaria per l’avvio di progetti lungimiranti. Oggi, stimolando il dialogo tra Pubblica Amministrazione, Ricerca e Impresa, si sta creando quell’humus fertile e di qualità che fa crescere le aziende e con esse i territori, frenando quella migrazione di persone di qualità che ha sicuramente contribuito al rallentamento dello sviluppo del Mezzogiorno.
Antonello Garzoni è rettore della Lum