È accaduto che una vigilessa in servizio alla polizia locale di Ginosa, in provincia di Taranto, sia stata rimossa dopo aver segnalato irregolarità che riguardavano l’assessore alle Finanze Domenico Gigante, accertando la mancata registrazione di un contratto di locazione e l’omesso pagamento della Tari.
Ne hanno dato notizia alcune testate on line riferendo che sarebbero indagati il sindaco di Ginosa, Vito Parisi (M5s); gli assessori comunali Domenico Gigante e Nicola Piccenna; il comandante della polizia locale Giovanna Ferretti e il suo vice Antonio Costantino, che avrebbero ricevuto un avviso di conclusione delle indagini.
Secondo quanto riportato, il sindaco è indagato per calunnia, tentato abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. I fatti risalgono a maggio di tre anni fa, e raccontano la trama di un film che se fosse una di quelle tratte da una storia vera, sarebbe davvero molto umiliante per il nostro Paese. Perché ti cadono le braccia al solo pensare che non ci possa essere pudore e rigore quando si rivestono ruoli pubblici. Perché sulla base di quanto ricostruito, dopo che l’agente aveva evidenziato le irregolarità, sarebbe stata oggetto di insulti sessisti (c’è chi l’ha chiamata “grande tr…”), incolpata ingiustamente di sottrazione di fascicoli sul mercato settimanale in cui vigilava, e perseguitata per “motivi di acredine”, come ha scritto la pm nell’avviso di conclusione delle indagini, tanto da ammalarsi.
La giustizia farà il suo corso e noi aspettiamo che sia fatta piena luce sui fatti, ma una cosa è certa: un mondo dove ci si muove per furberie, prevaricazioni e angherie proprio non ci piace.
Al contrario, sosteniamo il principio generale che se c’è qualcuna/o che tiene sempre a mente che “gli sconti” non si fanno a nessuno, non si può che stare meglio.