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La democrazia? Ormai è schiava di denaro e tecnologia

II 22 novembre 1963 moriva Aldous Leonard Huxley; forse molti dei nostri lettori ricorderanno quella data per l’assassinio di John F. Kennedy e, al contrario, si chiederanno chi sia questo signore con il quale prende le mosse l’articolo di oggi. Bene, Huxley è stato uno scrittore e filosofo inglese, famoso per i suoi romanzi appartenenti alla letteratura distopica (la distopia è il contrario dell’utopia ndr).

Personaggio eclettico si interessò di scienze, di parapsicologia e di misticismo filisofico. Preoccupato per l’uso e la manipolazione che il potere può esercitare nei confronti della scienza e del progresso tecnologico, nel suo testo di maggior successo, “Il Mondo Nuovo”, ci mette in guardia dagli eccessi e dalle manipolazioni sociali. Rileggerlo oggi, alla luce di tutto quello che sta accadendo da noi e tutto intorno a noi, suona come un campanello d’allarme al quale dedicare migliore attenzione. Scriveva Huxley: “La dittatura perfetta avrà sembianze di democrazia. Una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo ed al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù.” Un messaggio tanto forte quanto inquietante. A maggior ragione per quanti, come me, se guardano fuori dalla propria finestra, questo mondo lo vedono già.

Ma c’è di più. Geoffrey Hinton, il padre dell’intelligenza artificiale, che nel 2023 lasciò Google per poter parlare liberamente dei rischi che sono insiti nello sviluppo di AI, ha rilasciato una intervista che credo si possa annoverare fra le più scioccanti del nostro tempo e del sapere umano.

Nella sostanza, Geoffrey Hinton sostiene che, da qui a breve, potremmo essere i secondi esseri più intelligenti sulla terra. Ha raccontato che l’Intelligenza Artificiale – provo a spiegarlo in modo semplice – è stata creata attraverso un algoritmo che produce “reti neurali”; il problema sta nel fatto che la velocità con la quale vengono prodotte e aggiornate queste “reti neurali”, è insostenibile per la nostra intelligenza. Se qualcuno pensasse a Geoffrey Hinton come a un visionario catastrofista, basterebbe ricordargli che quest’anno, cioè adesso, nel 2024, è stato insignito del premio Nobel per la Fisica.

Se fosse tutto, sarebbe preoccupante ma tutto sommato si potrebbe affrontare. Cosa, invece, rende più difficile e quindi preoccupante la nostra situazione è la metamorfosi della politica e dei suoi centri decisionali. Se credete che le elezioni, ancora oggi, siano il sistema attraverso il quale si afferma la volontà popolare, vuol dire che credete ancora alla cicogna, a Babbo Natale, alla Befana e ai bambini sotto il cavolo. È dalla scomparsa dei partiti che i Governi vengono decisi dai potentati economici-finanziari. Siamo, volenti o nolenti, coscienti o meno, nell’era plutocratica. Volete una cartina di tornasole? Guardate le nostre opposizioni: partono difendendo gli interessi della popolazione, ma poi, quando vanno al Governo, non fanno altro che premiare i potentati economici, qualsiasi essi siano.

Se guardiamo il mondo, con la recente rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti: non c’è più la figura politica che media o dovrebbe mediare i diversi interessi, ma ormai sono gli stessi plutocrati che detengono e azionano le leve del comando.

I social network sono in mano ai più ricchi del mondo, i sistemi di controllo, ormai, violano la nostra privacy in continuazione. I droni se va bene, ti consegnano la spesa a casa, se va male vengono per ammazzarti. I satelliti sono in mano o ai sistemi militari o a società private riconducibili agli straricchi del globo. Le banche dati o sono controllate o vengono banalmente violate da hacker al servizio di società dei soliti noti. Insomma, a conferma che Huxley ci aveva visto giusto, possiamo considerarci liberi in una gabbia.

Infine, giusto a non dimenticarlo, mettiamo pure una ciliegina sulla torta, ricordandoci delle affermazioni di Elon Musk, secondo il quale, nel 2050 ci saranno più umanoidi che umani. Come dire: il mondo alla “Blade Runner” è servito. Eppure c’è una cosa che mi fa impazzire di piacere e mi rende felice: io non ci sarò!

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