I recenti femminicidi mettono in luce un quadro complesso e preoccupante della violenza contro le donne in Italia. Guardando i dati disponibili si comprende come questo fenomeno abbia assunto dimensioni tali da richiedere interventi ad hoc per proteggere le vittime potenziali e punire la violenza di genere, secondo il paradigma delle “3P” delineato dalla Convenzione di Istanbul.
Nel 2023 sono stati registrati 120 omicidi di donne, il 92,7% dei quali attribuiti a uomini, spesso partner o familiari. Dal 2020 l’Istat ha iniziato a calcolare i femminicidi, ossia uccisioni motivate dal genere: nel 2022 si sono verificati 106 casi, evidenziando la dimensione culturale del fenomeno. I reati “spia” come stalking, maltrattamenti familiari e violenze sessuali mostrano dati in calo nel 2023, ma rimangono preoccupanti: il 91% delle vittime di violenze sessuali sono donne. Le giovani tra 14 e 17 anni risultano particolarmente esposte. Gli accessi al pronto soccorso per violenza sono in aumento, con un’incidenza più alta tra le giovani e le donne straniere.
Dal 2017 l’Istat ha sviluppato un sistema informativo integrato che raccoglie dati da fonti multiple per analizzare la violenza in tutte le sue dimensioni. Tuttavia, il potenziamento di questo sistema incontra difficoltà, soprattutto nella gestione dei dati amministrativi e nell’attuazione della legge 53/2022. Uno strumento chiave è il numero di pubblica utilità 1522, che, nell’arco del 2023, ha ricevuto 51.713 richieste di aiuto (+143% rispetto al 2019). Nei primi due trimestri del 2024, il numero di chiamate valide ha fatto registrare un ulteriore aumento rispetto al 2023, pari all’83,5% nel primo trimestre e al 57,4 nel secondo. L’aumento è trainato da richieste di informazioni su centri antiviolenza (+121%) e strumenti di tutela (+96,8%). Le vittime che contattano il servizio, per lo più donne italiane, denunciano prevalentemente violenza psicologica e fisica, spesso perpetrata all’interno della coppia.
La violenza economica, che limita l’autonomia finanziaria delle donne, è una forma meno visibile ma cruciale. Nel 2022, il 40% delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza l’ha subita. Il quadro economico delle vittime riflette spesso fragilità lavorative e sociali. E un altro elemento fondamentale riguarda gli stereotipi di genere. Sebbene la consapevolezza sociale su questo tema stia evidentemente migliorando, il 53,6% degli italiani continua ad aderire ad almeno uno stereotipo sui ruoli di genere. Tra i giovani, permane una preoccupante tolleranza verso atteggiamenti di controllo e violenza nelle relazioni. Per tenere sotto controllo questo fenomeno è essenziale sviluppare politiche efficaci, e rafforzare la sinergia tra istituzioni e società civile, investire nella formazione, sensibilizzare la popolazione e garantire adeguato supporto alle vittime sono azioni imprescindibili per contrastare questa piaga sociale.
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