Innovazioni didattiche e divari territoriali

Sosteneva William Pollard “L’apprendimento e l’innovazione vanno mano nella mano. L’arroganza del successo è di pensare che ciò che hai fatto ieri sarà sufficiente per domani.”

Con questa citazione del noto bibliografo britannico di William Shakespeare che vorrei presentarvi l’esperienza vissuta dai docenti principalmente pugliesi e del sud Italia che hanno partecipato alla Fiera Didacta tenutasi a Bari i giorni 16/17/18 ottobre.

La nostra società è ormai investita dalla scia del progresso tecnologico e, l’intelligenza artificiale, sta diventando un supporto interessante e stimolante per molte professioni come anche quella dell’insegnante.

Le innovazioni didattiche interessano, pertanto, anche gli ambienti scolastici solo che ci troviamo di fronte a un divario assolutamente increscioso.

Da una parte lo strumento che si evolve, semplifica, supporta, sostituisce, progredisce, dall’altro le risorse umane, le infrastrutture e i finanziamenti mal gestiti dalle amministrazioni pubbliche.

I docenti infatti si trovano molto spesso in mano strumenti tecnologici e informatici “potenti” ma non sanno usarli perché manca una formazione sistematica specifica in questa direzione così come mancano infrastrutture predisposte ad ambienti immersivi esperienziali di grande impatto formativo.

La gestione finanziaria di queste ultime dipende da altri enti pubblici e quindi non direttamente dalla scuola nella politica delle autonomie e ciò spesso diventa un ostacolo per l’eccessiva burocrazia che ne deriva.

Molti dirigenti scolastici hanno la possibilità di investire in software all’avanguardia ma non sempre possono sostenere i costi di una corretta formazione agli insegnanti e soprattutto avere spazi idonei per poterli utilizzare nel modo giusto.

Per non parlare delle aree verdi circostanti agli edifici scolastici, spesso lasciate incolte e mal gestite e di questo i “capi d’istituto” non possono far nulla perché di stretta competenza del comune o degli enti provinciali così come stabilisce il D.lgs 112/1998.

Si potrebbe attuare, invece, una logica di rete organizzata che parte dal MIM che arriva fino agli enti pubblici e alle scuole, in una sistematica organizzazione legata da progetti interconnessi tra di loro.

Diventeremmo in Europa i veri protagonisti delle sperimentazioni didattiche che siamo abituati molto spesso ad adottare più che ad ideare.

Formazione, innovazione tecnologica, infrastrutture moderne e curate, in una logica dialogicamente operativa, farebbero dell’apprendimento la vera risorsa dove investire per il patrimonio umano e il progresso economico e sociale.

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