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Infiltrazioni criminali, serve meno ipocrisia e più lotta alla mafia

Sono stato audito dalla Commissione Parlamentare Antimafia, nell’ambito dei lavori del Terza Comitato permanente sulle infiltrazioni mafiose negli enti locali, presieduto dal senatore Salvo Sallemi, per raccontare la mia esperienza diretta con il commissariamento del Comune di Manfredonia.

Ho condiviso con i commissari la drammaticità personale e collettiva di un provvedimento che, pur definito “preventivo”, nei fatti assume i tratti di una misura sanzionatoria, applicata senza contraddittorio, senza verifica giurisdizionale autonoma e in assenza del giudizio di un soggetto terzo e imparziale. Il rischio concreto è che lo scioglimento si trasformi in uno strumento opaco, arbitrario e politicamente orientabile.

Ho evidenziato l’urgenza di una riforma capace di ristabilire diritti, proporzionalità e garanzie, superando la logica dell’automatismo e dell’irreversibilità. La legalità non può giustificare la sospensione della giustizia.

Nel mio intervento ho illustrato anche le finalità dell’associazione “Giù le mani dai sindaci”, nata per offrire ascolto, supporto e rappresentanza a chi è colpito da provvedimenti sproporzionati, e per costruire una rete di proposte concrete a tutela della democrazia locale.

Ho informato la Commissione di aver presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) contro il provvedimento d’incandidabilità, subito in modo automatico e collettivo, senza alcuna analisi delle responsabilità personali. Il ricorso è stato dichiarato ammissibile e si è in attesa del giudizio.

Ma non basta intervenire sulle tutele individuali. È necessario ripensare il ruolo stesso del commissariamento, che non può essere una parentesi amministrativa calata dall’alto, ma deve diventare occasione di vero cambiamento istituzionale.

Ho segnalato l’anomalia, purtroppo frequente, dell’impiego durante i commissariamenti degli stessi dirigenti e funzionari che hanno operato nel periodo precedente allo scioglimento, spesso coinvolti nelle criticità accertate. Serve invece una discontinuità reale, con l’impiego di nuove risorse umane, competenti, autonome e prive di legami con i sistemi locali di potere, per ricostruire la fiducia dei cittadini. Ho infine sollecitato una riformulazione della normativa sullo scioglimento per infiltrazioni mafiose, affinché non continui ad essere uno strumento sproporzionato, privo di contraddittorio e fondato su atti non sottoposti a verifica giudiziale. Uno strumento definito “preventivo” che, nella prassi, produce conseguenze gravi e durature, senza alcun processo nel quale difendersi pienamente.

Anche la disciplina dell’incandidabilità necessita di una revisione: oggi viene spesso applicata in modo automatico, senza un’effettiva valutazione delle condotte individuali, con effetti profondamente lesivi della dignità personale e del diritto alla partecipazione politica.

È stato un momento importante. Il Comitato, presieduto dal sen. Sallemi, ha mostrato disponibilità all’ascolto, raccogliendo indicazioni e proposte.

Mi auguro che da questo confronto possano scaturire riforme autentiche, capaci di restituire fiducia nelle istituzioni democratiche, e alla legalità il suo volto più giusto: quello della giustizia e della vera lotta alla mafia.

Angelo Riccardi è ex sindaco di Manfredonia

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