SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Il turismo? Non solo industria fiorente ma anche leva di coesione

Secondo l’Enit e OpenEconomics, il settore turistico è tra i più dinamici d’Italia. Nel 2034 potrebbe rappresentare il 12,6% del PIL e il 15,7% dell’occupazione. Tra Giubileo e Olimpiadi, il futuro parla straniero – e meridionale. Nel 2024 il turismo ha inciso per 10,8% sul PIL italiano e ha generato il 13% dell’occupazione nazionale. Numeri destinati a crescere: secondo le proiezioni dell’ENIT, entro il 2034 il settore potrebbe valere il 12,6% del PIL e arrivare a coprire il 15,7% dell’occupazione nazionale. Dati presentati alla BIT di Milano 2025, che raccontano un’Italia sempre più attrattiva, soprattutto agli occhi dei turisti stranieri.

Se il presente appare brillante, il passato recente non è stato da meno. Secondo una ricerca di OpenEconomics e Fondazione Tor Vergata per il Ministero del Turismo, solo nel 2022 i turisti – italiani e stranieri – hanno speso 100 miliardi di euro, generando un impatto complessivo sul PIL pari a 255 miliardi di euro. L’effetto moltiplicatore è stato 2,6: per cui ogni euro speso ha prodotto 2,6 euro di ricchezza per il sistema-Paese. A beneficiarne anche l’occupazione, con oltre 3 milioni di unità lavorative equivalenti a tempo pieno.

Ma non è solo una questione di numeri. Il turismo stimola consumi, trasporti, sanità, scuola, commercio e ristorazione. Circa l’80% dei benefici economici si concentra nel settore dei servizi, rendendo il turismo un “attivatore di filiera” con effetti positivi e diffusi.

Nel solo 2024, l’Italia ha accolto oltre 235 milioni di presenze internazionali, in crescita del 3,7% rispetto all’anno precedente. I viaggi per vacanza rappresentano la quota principale (65%), seguiti da quelli per lavoro, studio, visite a parenti o shopping. Una spinta importante è arrivata anche dal sistema aeroportuale: 218 milioni di passeggeri, di cui oltre 145 milioni internazionali, con punte di crescita per Fiumicino (+20,7%) e Malpensa (+10,9%). Ottimi i numeri anche per Orio al Serio, terzo scalo italiano con l’8% dei passeggeri totali.

Il Giubileo del 2025 è atteso come una leva poderosa per il turismo, in particolare nella Capitale, ma con ricadute positive sull’intera penisola. L’altro grande appuntamento saranno le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, già al centro della strategia promozionale dell’Enit. Due eventi che non solo attireranno milioni di turisti, ma contribuiranno a riposizionare l’Italia come leader mondiale nel turismo esperienziale e nei grandi eventi. Non a caso, il nostro Paese è secondo al mondo per congressi e manifestazioni, superato solo dagli Stati Uniti.

Se il Nord domina per spesa turistica (Veneto, Trentino-Alto Adige, Toscana), il Sud resta il grande “giacimento” da valorizzare. La Campania è oggi la prima regione meridionale per impatto sul PIL turistico (15 miliardi), seguita da Puglia, Sicilia e Calabria. Ma l’enorme patrimonio culturale, paesaggistico ed enogastronomico del Sud può e deve essere messo a sistema, puntando su destagionalizzazione, accessibilità e innovazione. Il turismo in Italia non è solo “industria dell’accoglienza”: è un moltiplicatore economico, una leva strategica per la coesione territoriale, e un ponte verso il mondo. Ma per mantenere questa traiettoria, serve una governance solida, investimenti mirati e una visione che tenga insieme crescita, sostenibilità e inclusione.

ARGOMENTI

coesione sociale
economia
idee
pil
turismo

CORRELATI

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!