Lo Stato di Israele prima del 14 maggio del 1948 non esisteva, ma è divenuto tale grazie al contributo delle Nazioni Unite che decisero di situarlo in terra di Palestina, terra sotto il mandato inglese. Da allora quel territorio non ha mai vissuto tempi di pace duratura vedendo contrapposte da un lato le istanze israeliane figlie di un periodo buio per gli ebrei e dall’altro quelle dei palestinesi, arabi, che negli anni si sono visti pian piano sottrarre gran parte dei propri territori.
La prima di queste guerre si è combattuta all’indomani della proclamazione dello Stato di Israele, quando una coalizione di paesi arabi (Egitto, Siria, Transgiordania, Iraq e Libano) invasero il territorio israeliano, ma quest’ultima respinse l’attacco e riuscì a occupare la regione del Sinai. La tregua, firmata a luglio del 1949, portò benefici territoriali a Israele che ottenne la Galilea orientale, il Negev e parte di Gerusalemme.
Il secondo conflitto avvenne con la nazionalizzazione del Canale di Suez da parte dell’Egitto di Nasser il 26 luglio del 1956. Tale conflitto fu complicato dall’intervento di Francia e Inghilterra che vedevano lesionati i propri interessi nel Canale di Suez.
Il terzo conflitto, la guerra dei sei giorni, scoppiò quando Nasser chiuse gli stretti di Tiran bloccando il traffico navale nel Golfo di Aqabah e il porto israeliano di Elat. Il 5 giugno Israele aprì le ostilità distruggendo quasi completamente l’aviazione egizia. Israele occupò Gaza e il Sinai a danno dell’Egitto, la Cisgiordania e la parte araba di Gerusalemme, e gli altipiani del Golan a danno della Siria.
Il 6 ottobre del 1973 Egitto e Siria mossero un’operazione congiunta, improvvisa, contro Israele, dando vita alla quarta guerra arabo israeliana che si conclusero con gli accordi tra Israele, Egitto e Siria. Tale fase portò all’invasione da parte di Israele del Libano.
Da ormai due anni il Israele, in seguito ad un attacco terroristico di Hamas, ha iniziato a bombardare la striscia di Gaza riducendola ad un cumulo di macerie con numerose vittime. Ha bombardato le colline del Golan e la parte sud del Libano cercando di far sentire la propria voce senza precedenti.
Alla fine di questo massacro Israele otterrà più territori di quelli che aveva prima, Hamas non sarà sconfitta e gli unici ad aver pagato il prezzo maggiore saranno stati gli abitanti innocenti di quei territori nei quali crescerà il senso di rabbia e frustrazione. Tutto ciò nel silenzio delle forze internazionali che non sono state in grado di arrestare l’escalation a cui stiamo assistendo.
Un neoimperialismo ha inaugurato questo primo quarto del terzo millennio. Israele vuole conquistare il suo spazio vitale, la Russia vuole tornare ai suoi confini di inizio ‘900, la Cina vuole allargare la propria presenza su Taiwan dopo aver sdoganato la propria influenza in tutto il mondo, gli Stati Uniti vogliono recuperare anni di cauto immobilismo giocandosi la partita dei propri confini e ora, il riarmo della Germania, dopo ottant’anni di storia, e dell’Europa fa presagire l’imminente escalation a livello mondiale.
E la cosa peggiore è che probabilmente nessuno sia disposto a fare un passo indietro.
Bentornato,
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