Il Novecento è finito per davvero

Con la solita essenzialità, la Bbc ha annunciato ieri sera la morte della regina Elisabetta.

La sovrana si è spenta nel castello di Balmoral, dove stava trascorrendo gli ultimi scorci dell’estate. Con lei termina il Novecento, il secolo breve, ma mica poi tanto. Un tempo che ha attraversato a testa alta e rigoroso senso del dovere.

Sarò sincera: non ho mai creduto alla nobiltà, principio sociale che va contro le leggi biologiche. Eppure è da sempre che pochi eletti godono di diritti e piaceri negati alla maggioranza dei loro simili: insopportabile. Anche perché ci si ritrova sovrani per nascita e non per merito, che pure sarebbe già un passo avanti verso la giustizia e la parità sociale.

Detto ciò, è inutile negare l’attaccamento che la maggior parte di tutte e tutti noi ha provato per Her Majesty. Sarà stato per lo spirito di abnegazione, la fedeltà alla corona e agli inglesi, ma di certo volevamo bene a Elisabetta. In fondo anche le api, che pur non hanno condizionamenti legati all’ethos, eleggono la regina. E allora, a voler immaginare il nostro mondo come un alveare, ecco che la sua figura acquista un significato più profondo.

La ricorderemo come colei che, pur adolescente, combatté il nazismo e, ancora giovanissima, salì al trono mettendo da parte il grande dolore per la perdita del padre.

Era il 6 febbraio 1952, l’incoronazione sarebbe avvenuta il 2 giugno 1953. Davanti ai suoi occhi è passata la Storia. Eppure preferiamo ricordarla per la passione per i cavalli, per la tenerezza che regalava ai suoi cani. Questo ci sembra il suo lato umano da illuminare adesso, insieme all’unione con il principe Filippo, l’uomo della sua vita. Era pur dolce Elisabetta, ma per nascita e funzione pubblica costretta a nascondersi dietro gli irresistibili cappellini, a serrare le labbra onde evitare l’uscita di una parola o un sentimento di troppo.

Ammettiamolo, ci mancherà. Anche come esempio di una ricerca di parità di genere che la portava a cavalcare destrieri imbizzarriti, a guidare e riparare la sua Land Rover, ad andare a caccia, a fare passeggiate solitarie nei boschi. Elisabetta ha guardato la vita negli occhi, da donna vera. E non mancava di ironia. Ricordate la performance con James Bond in occasione delle Olimpiadi del 2012? Se fosse stata più giovane, quel salto col paracadute l’avrebbe fatto per davvero. Modello per Andy Warhol e ispiratrice del punk dei Sex Pistols, ha attraversato il tempo con innegabile maestà.

Ora tocca a Carlo regnare. Speriamo che sua Altezza ne sia all’altezza come la madre. God “welcome” the Queen: la accolga come una donna che non ha tradito la grazia di vivere in terra.

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