Nemmeno il tempo di rompere l’accordo elettorale con Azione che il Partito democratico ha diffuso, attraverso i propri social, un video per evidenziare l’atteggiamento contraddittorio di Calenda e soci. Sul fronte opposto, invece, Salvini e Berlusconi non vedono di buon occhio la leadership di Meloni e la “guerra” per il ruolo di guida della coalizione (ed eventualmente del prossimo governo) prosegue sottotraccia.
Le dinamiche interne ai due schieramenti rivelano un tratto comune: anche in politica esistono caratteri, ambizioni e storie personali capaci di condizionare il dibattito in vista di un appuntamento cruciale come le elezioni per il rinnovo del Parlamento. Con una differenza: nel centrodestra gli alleati tentano, spesso maldestramente, di mascherare i conflitti interni; il centrosinistra è in preda a una “guerra di tutti contro tutti” in cui Calenda attacca il Pd, il Pd risponde e così via, con la paradossale conseguenza che ciascun partito è portato a chiedere il voto non più contro le destre ma contro quelli che fino a poco prima considerava alleati.
Nessuno, intanto, spende una parola su inflazione, Sud, imprese, lavoro, cuneo fiscale, pensioni, welfare, migranti, politica estera. E così, mentre i paradossi dilaniano le coalizioni, si aggrava quello che da tempo affligge l’Italia: una politica scollegata dalla realtà e distante dai problemi della gente comune.