La scienza costituzionalistica italiana, quasi mai, è apparsa entusiasta del sistema presidenziale quale caratteristica dell’ordinamento italiano. Non si può immaginare che l’Italia sia priva di studiosi e scienziati che sappiano far confluire, in un’eventuale rinnovata proposta di forma di governo, pregi e difetti dei due sistemi.
Secondo i sostenitori della forma di governo presidenziale, l’effetto principale è quello di assicurare la stabilità del governo; tuttavia, esso non deriva solo da un sistema presidenziale rigido e astratto. Vi sono anche altri meccanismi per razionalizzare il rapporto tra Parlamento e Governo in una dimensione presidenziale. Se con il sistema presidenziale deve esserci un bipolarismo effettivo, non si possono sottovalutare i rischi emergenti dalla frammentazione delle parti politiche e dall’utilità marginale di gruppi minoritari, necessari per le maggioranze.
Una riforma costituzionale, così innovatrice, va meditata, alla stregua di costume politico, abitudini, cultura del Paese ed esperienze concrete di vita politica perché, invero, non si raggiunge alcun risultato se si opera solo trapiantando modelli da altri ordinamenti.
Alla forma di governo presidenziale, si riconosce almeno l’idea valida della stabilità di governo con i connessi vantaggi. È necessario, infatti, evitare la debolezza governativa, a fronte delle fibrillazioni parlamentari, e il ricorso, per converso, al metodo di spoliazione del Parlamento tramite le frequenti questioni di fiducia e l’utilizzo del decreto legge. D’altra parte, la stabilità si può ottenere anche con la “sfiducia costruttiva” e cioè “il Governo cade se c’è un nuovo Governo che entra in carica”. Si evita, così, la continua variabilità degli orientamenti politici che rende fragili le maggioranze, con l’aggravamento derivante dalla mobilità parlamentare. Altro vantaggio del sistema presidenziale è quello che il Governo, dopo il giuramento, entra subito in funzione. La stabilità del governo presidenziale potrebbe danneggiare la sua rappresentatività.
Il meccanismo organizzativo della sfiducia costruttiva, allora, diventa quello che più assicura stabilità del governo e rappresentatività, se viene inserito in una dimensione presidenziale. Si apre così una prospettiva che lascia il Capo dello Stato con gli attuali poteri, che verrebbe eletto direttamente, anche a doppio turno. Per questa via si può raggiungere una dimensione presidenziale nel governo del Paese.
Alberto Loiodice è avvocato e docente universitario