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Il consenso? Ora usatelo per cambiare

In un suo recente editoriale, Claudio Velardi descrive, con l’acutezza che lo contraddistingue, uno dei principali limiti della politica nazionale: «Il problema italiano non è mai stato quello dell’assenza di politici bravi sul piano tattico quanto di leader capaci di utilizzare il consenso per cambiare il Paese e non solo per restare a galla». Velardi svolge questa riflessione alla vigilia delle elezioni europee e con riferimento a Giorgia Meloni il cui obiettivo, come molti sussurrano, è quello di superare, quanto a “longevità governativa”, i leader che l’hanno preceduta alla presidenza del Consiglio dei ministri. Non c’è alcun dubbio, però, sul fatto che questo ragionamento possa essere applicato anche ai sindaci appena eletti in Puglia e in Basilicata. A cominciare, ovviamente, da Bari.

Non creda, Vito Leccese, che nella Bari che l’ha appena “incoronato” sindaco non ci sia nulla da cambiare. E il primo aspetto sul quale intervenire è il rapporto con l’elettorato. L’inchiesta “Codice interno”, d’altra parte, ha alzato il velo su uno spaccato inquietante della vita nel capoluogo pugliese. E cioè la tendenza a rivolgersi alla criminalità organizzata, anziché allo Stato, per risolvere problemi anche banali.

Esempio ne è il caso delle due agenti di polizia locale che avrebbero chiesto aiuto a un sodale del clan Parisi per far valere le proprie ragioni nei confronti di un automobilista che le aveva insultate. Episodi simili sono la rappresentazione plastica della sfiducia che i baresi nutrono verso la politica e che, al momento delle elezioni, si traducono in percentuali di affluenza ridicole come il 37,53% di ieri.

Per Leccese, dunque, la prima sfida sarà quella di ricostruire un rapporto di fiducia con gli elettori. Il che significa elevare la qualità dell’offerta politica e fare in modo che la gente comune torni a credere nella capacità di quest’ultima di incidere positivamente sulla sua vita quotidiana.

Una simile sfida attende, ovviamente, non solo Leccese ma anche gli altri sindaci eletti. Dunque anche Adriana Poli Bortone, che torna alla guida del Comune di Lecce alla soglia degli 81 anni, e Vincenzo Telesca, capace di strappare Potenza al centrodestra dopo il poco incoraggiante risultato riportato al primo turno. Per tutti, il vero obiettivo è ora quello di passare dal consenso alla fiducia, facendo in modo che comunità profondamente scoraggiate tornino a credere nella buona politica, quella capace di cambiare in meglio la vita delle persone e di tracciare un percorso verso il futuro. E, soprattutto, mettendosi alle spalle calcoli e tatticismi, chiacchiere e inconcludenza.

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