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Il conflitto non diventi talk show

Le democrazie liberali sono più forti delle dittature. Noi non dobbiamo avere paura del pensiero dissonante, mentre i cosiddetti autocrati preferiscono il pensiero debole. Il giornalismo italiano si è trovato difronte a un evento inimmaginabile nel cuore dell’Europa: l’aggressione da parte di una potenza nucleare. Altre guerre c’erano state nel cuore dell’Europa, ma la differenza la fa la Russia nucleare. Questa guerra è anche una guerra di propaganda interna e internazionale e da questo punto di vista i russi sono degli specialisti, per esempio sono stati capaci di interferire nelle elezioni presidenziali in Usa con Trump e Clinton.

Si richiede maggior rigore da parte del giornalismo, maggiore attenzione, maggiore verifica delle fonti e innanzitutto si richiede di cambiare uno schema: penso ai cosiddetti talk show televisivi, cioè lo schema della cosiddetta par condicio per cui si sente l’uno e l’altro. Questo già dava fastidio all’epoca della pandemia, e dà fastidio ora nel momento in cui si arruolano i putiniani di complemento. Noi non dobbiamo avere paura del pensiero dissonante, ma che si trasformi il talk show televisivo in un rissa che non aiuta a comprendere questo non fa bene al giornalismo. Un discorso a parte deve essere fatto per la carta stampata, perché la mediazione della parola è molto più forte.

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