Possiamo parlare di scuola per le sue finalità educanti o per come è diventata “vetrina” delle metamorfosi generazionali o per come s’interfaccia con il territorio e con gli enti che ne fanno parte creando reciproche connessioni o, ancora, come si recluta il personale che opera all’interno e, quindi, quanto sia fondamentale orientare i giovani diplomandi a fare la scelta giusta nel momento in cui credono nel valore di quest’ambiente formativo e vorrebbero diventare parte integrante attraverso una carriera accademica professionalizzante.
Consideriamo questo ultimo topic e poniamo l’attenzione sul sistema di orientamento della scuola italiana per i diplomandi della scuola secondaria di secondo grado che intendono diventare a loro volta docenti. Questi ultimi scelgono un corso universitario pensando che una volta concluso, potranno iniziare a lavorare prontamente in base al loro profilo di carriera. E invece no! Dovranno innanzitutto fare attenzione ai crediti formativi, studiarsi la tabella ministeriale per capire a quale classe di concorso appartengono e quindi iscriversi e sostenere altri esami per completare il proprio curriculum.
Poi si dovranno abilitare per poter partecipare ai concorsi o per far parte della fascia più alta nelle graduatore provinciali supplenze (Gps) e, per farlo, dovranno aspettare che ci sia il decreto attuativo del percorso abilitante nella loro disciplina. Inizieranno dopo a calcare anni di precariato, in giro per l’Italia per accumulare punteggio, nella speranza di potersi avvicinare il più possibile nel posto dove sono i loro affetti. E se fossero le università stesse, all’interno del percorso accademico, a professionalizzare le carriere docenti con percorsi lineari e convenzionati con le scuole stesse così come accade con il corso di laurea in Scienze della formazione Primaria che è direttamente abilitante e consente un accesso immediato al lavoro?
In questo modo diventerebbe immediatamente funzionale la preparazione universitaria, gratificante per i docenti e spendibile nel sistema scuola. Inoltre per ridurre il precariato, sarebbe opportuno creare una procedura concorsuale successiva al conseguimento di laurea, che sia connubio di competenze acquisite attraverso un tirocinio immersivo e un curriculum universitario “cucito in stile docente”. Il futuro è troppo importante e non può aspettare e la scuola deve avere insegnanti motivati e motivanti per diventare l’agenzia educativa più trainante della società.
Maria Luisa Trotta è presidente Associazione orientamento settore scuola