Gualtieri antiregionalista “sfida” De Luca ed Emiliano

Le prime parole di Roberto Gualtieri come presidente delle Autonomie locali italiane (Ali) sono destinate a far discutere e meritano certamente una riflessione.

La tesi del sindaco di Roma è semplice: la legge Calderoli è «un furto con destrezza di risorse» a danno dei Comuni. E questi ultimi sono destinati a essere «vittime del neocentralismo regionale». Il ragionamento colpisce almeno per due motivi. Il primo è il suo carattere quasi paradossale: l’Autonomia (cioè l’associazione presieduta da Gualtieri) è contro l’autonomia (cioè la legge Calderoli che attribuisce maggiori competenze alle Regioni) perché è contro l’autonomia (cioè i Comuni che saranno schiacciati dal «neocentralismo regionale»).

Il secondo motivo di meraviglia è il fronte che le parole di Gualtieri apre tra gli amministratori locali della sua stessa coalizione. Il sindaco di Roma, infatti, dimostra di pensarla allo stesso modo del collega napoletano Gaetano Manfredi, secondo il quale «il regionalismo spesso non riesce a essere efficace ed efficiente», e di quello milanese Beppe Sala, che alle Regioni contesta il fatto di non essere sempre state «in grado di affievolire i divari in termini di qualità della vita».

Posizioni singolari per tre sindaci ed esponenti di quello stesso centrosinistra che nel 2001 approvò la riforma del Titolo V della Costituzione, presupposto dell’autonomia differenziata al quale il governo Meloni ha spianato la strada approvando la legge Calderoli. Insomma, nel centrosinistra sembra dilagare l’antiregionalismo. Eppure lo stesso centrosinistra ha sempre presentato certe Regioni come autentici modelli di efficienza amministrativa e lotta alle disuguaglianze.

Vengono in mente due esempi su tutti: la Campania di Vincenzo De Luca, che ieri si è detto favorevole al decentramento dei poteri pur con tutte le riserve sulla legge Calderoli, e la Puglia di Michele Emiliano. Chissà che cosa pensano i due governatori delle parole pronunciate del sindaco di Roma.

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