Gli strani intrecci della storia

Con l’elezione di ieri a presidente del Senato di Ignazio La Russa, comincia a prendere forma la nuova legislatura. Da cittadine e cittadini fedeli al dettato costituzionale ed intimoriti dalla brutta aria che circola a livello internazionale ed economico, non possiamo che sperare nella rapida copertura di tutte le cariche istituzionali, e quella di ieri è senza dubbio una giornata cruciale. L’Italia ha bisogno di stabilità per fronteggiare le varie tempeste in arrivo.

A voler guardare i segni, non può passare inosservata la cessione della poltrona avvenuta a Palazzo Madama tra la senatrice a vita Liliana Segre ed il neo eletto presidente La Russa. In tanti avremo pensato che in questo passaggio la Storia è tornata ad incidere sulle nostre vite. La bambina che nel 1938 fu costretta dalle leggi razziste a lasciar vuoto il suo banco, si è ritrovata baciata ed abbracciata (nonché omaggiata da un bellissimo bouquet) da un “ex” nostalgico di quella dittatura a lei avversa. A colui che – peraltro – è stato eletto senza i voti di Forza Italia alleata della coalizione di centro destra, ma con l’inaspettata preferenza di alcuni esponenti dell’opposizione. Sia chiaro, anche ieri La Russa ha abiurato il passato e nessuno intende strumentalizzare la strana coincidenza. Eppure, nel centenario della Marcia su Roma delle camicie nere, non si può tacere su questa strana trama del destino. ”È per me una vertigine”, ha pronunciato Segre nel suo discorso in apertura di seduta. L’augurio, perciò, è che la Destra italiana sappia farsi conservatrice, che vuol dire, per l’appunto, dimenticare il passato e guardare al presente con un atteggiamento teso a difendere i diritti di tutte e di tutti. Senza nessun abuso e nessuna costrizione, nella piena libertà e nel rispetto della nostra Costituzione. “Umanità è respingere violenza e sopraffazione, difendere i diritti legalmente riconosciuti e combattere la violenza su minori e donne che è lo squallore della società. Ogni fragilità ci riguarda, ci interpella”, ha detto il presidente La Russa. Non ci resta che augurare buon lavoro.

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