Scopriamo insieme cos’è l’effetto priming e come può essere adoperato nel marketing. Ma cos’è? Esso indica un meccanismo di regolazione secondo cui la precedente elaborazione delle informazioni influenza l’elaborazione delle informazioni successive.
In particolare, si intende l’effetto in base al quale l’esposizione a uno stimolo (prime) incide direttamente sulla percezione e sulla risposta a stimoli successivi (target). Per esempio, la parola fragola (lo stimolo) facilita il completamento delle parole target (rossa e frutta), infatti, il termine priming deriva dal verbo “prime”, ossia “innescare”.
Quando si presenta un nuovo stimolo, ad esempio una nuova notizia, l’individuo richiama alla mente l’intero schema interpretativo a essa collegato. In questo ambito, importante è la frequenza con la quale la notizia è presentata al lettore. Il più delle volte pensiamo di aver cambiato idea. Tuttavia, nella maggior parte dei casi non siamo consapevoli che ha avuto luogo un effetto priming.
Ma quindi, cosa c’entra tutto ciò con il marketing? Se riflettiamo, in realtà, tutto quello che pensiamo dei brand è una percezione che viene costruita nel tempo sfruttando l’effetto priming. Quando vediamo una pubblicità ben fatta, proviamo delle emozioni. Tali emozioni condizioneranno la percezione che avremo quando saremo successivamente sottoposti a un secondo stimolo.
Il concetto di priming è strettamente legato a quello di neuromarketing. Molti professionisti, infatti, mettono in pratica tecniche di neuromarketing per capire in che modo possa essere usato, in maniera efficiente, nel mondo pubblicitario soprattutto nella costruzione e nel consolidamento della brand identity. Infatti, il priming non consiste nel presentare semplicemente delle informazioni al target. È qualcosa di più «sottile e inconscio».
Spesso gli individui non si accorgono dell’influenza che lo stimolo prime ha sul proprio comportamento. Come abbiamo visto, quindi, il priming nel marketing è una tecnica che può avere un impatto enorme sulla psicologia comunicativo/pubblicitaria. Immagini, video e audio, fungono da input per un messaggio. Bisogna stare attenti, però, ad usare razionalmente tale strategia, evitando l’errore della sovraesposizione a cui sono sottoposte le persone. In tal caso, infatti, molto probabilmente si otterrebbero risultati opposti.
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