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Fondi interprofessionali e formazione continua, così ci si impone sul mercato

La formazione continua potremmo definirla come il nuovo pilastro della competitività e della crescita delle imprese italiane; nel dinamico scenario economico attuale, infatti, le aziende più lungimiranti decidono e investono nello sviluppo delle competenze dei propri dipendenti non solo per migliorarne la produttività e l’innovazione, ma anche per rafforzare il proprio capitale umano, rendendolo più adattabile alle sfide del mercato. In tale contesto e mai come in questo periodo, i Fondi paritetici interprofessionali rivestono un ruolo cruciale, offrendo alle imprese un’opportunità strategica per finanziare la formazione dei propri lavoratori. Ma per molte aziende questo rimane ancora un campo tutto da esplorare ed è per questo motivo che occorre prioritariamente fare una premessa su cosa effettivamente sono e come funzionano i Fondi interprofessionali.

I Fondi paritetici interprofessionali sono organismi di natura associativa, costituiti da organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale; la loro funzione principale è quella di promuovere e finanziare piani formativi aziendali, settoriali e territoriali, contribuendo allo sviluppo delle competenze dei lavoratori e alla competitività delle imprese.

Il meccanismo di funzionamento di questi Fondi è basato sul principio della mutualità: ogni azienda versa all’Inps un contributo pari allo 0,30% della retribuzione dei propri dipendenti (il cosiddetto “contributo per la disoccupazione involontaria”) e può scegliere di destinare tale quota a uno dei Fondi interprofessionali riconosciuti. È bene precisare che questa scelta non comporta alcun costo aggiuntivo per l’azienda, è infatti una misura obbligatoria e prevista dalla legge, ma allo stesso tempo permette alle imprese di “accantonare” e reinvestire una parte di questo contributo in formazione per i propri dipendenti.

I Fondi interprofessionali possono quindi finanziare una vasta gamma di attività formative, come la “formazione obbligatoria” in materia di sicurezza sul lavoro o altre normative specifiche; quella per l’aggiornamento delle competenze, utile a mantenere i lavoratori al passo con le evoluzioni tecnologiche e normative; la formazione per la “riqualificazione professionale”, che supporta la riconversione dei lavoratori occupati in settori in crisi o che devono essere rioccupati in ruoli differenti; la formazione per lo “sviluppo di nuove competenze”, che permette di acquisire abilità innovative e strategiche per la crescita dell’azienda; sino ai “Piani formativi individuali” per rispondere alle esigenze specifiche di singoli dipendenti in un’azienda e i “piani formativi aziendali, settoriali o territoriali” che coinvolgono più dipendenti o aziende su progetti comuni.

Tutte queste tipologie di attività formative vengono espletate attraverso l’utilizzo di specifici avvisi o bandi pubblicati periodicamente dai singoli Fondi interprofessionali che ne definiscono le modalità, i requisiti e le tematiche per la presentazione dei piani formativi. Ogni avviso, quindi, ha specifiche caratteristiche, dove sono dettagliate le aree di formazione prioritarie (per esempio digitalizzazione, sostenibilità, competenze manageriali e sicurezza), le tipologie di aziende o di lavoratori a cui si rivolge e l’ammontare del finanziamento erogabile, con le conseguenti modalità di rendicontazione ed i termini entro cui i progetti formativi devono essere presentati e ultimati.

Va da sé che monitorare e partecipare agli avvisi di un singolo Fondo risulta un’opportunità fondamentale per le aziende che possono anche decidere di collaborare con enti di formazione specializzati o consulenti esperti nella progettazione e gestione di piani formativi, per facilitare l’accesso ai finanziamenti e massimizzare i benefici. Non mi stancherò mai di dirlo, avere in azienda il personale puntualmente formato vuol dire oggi essere in grado di affrontare al meglio le nuove sfide del mercato, rafforzando la posizione dell’azienda e la sua competitività; conoscere e sfruttare le opportunità che il mercato della formazione aziendale propone, quali ad esempio i Fondi interprofessionali, non deve essere visto solo come un modo per ottimizzare i costi ma deve configurarsi come un vero e proprio imperativo per le imprese che vogliono rimanere competitive, innovative e resilienti in un mercato in continua evoluzione.

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