Dopo le bisbocce ferragostiane, meritate e rinfrancanti, ci apprestiamo a vivere l’ultimo miglio di spensieratezza e serenità, prima dell’avvio del nuovo anno scolastico. Ogni inizio segna un nuovo capitolo professionale e umano da scrivere, anzi “da dipingere per farne un capolavoro”, nell’ambito del libro meraviglioso della vita. Ovviamente, la ripartenza deve essere accompagnata da spirito di abnegazione, dedizione, speranza e condivisione, all’insegna di una crescita collettiva che oltrepassi l’assuefazione della stasi. D’altronde, la sospensione dell’attività didattica risponde pienamente all’esigenze di rinfrancare lo spirito e innalzare il livello motivazione per il nuovo inizio, che non diventi solo tappa temporale, bensì, lo ‘ start ’ di un processo i cui traguardi siano tangibili a livello collettivo.
Soprattutto, per una Comunità Educante, l’inizio dell’anno scolastico segna momento nevralgico delle attività connesse, sia a livello strategico, sia livello organizzativo-didattico. Insomma, una dimensione temporale in cui pianificazione e progettazione devono essere intese come attività di incontrovertibile rilevanza in ragione del percorso di apprendimento. Di guisa, una fase in cui i Piani Triennali dell’offerta formativa vengono integrati e/o modificati, al fine di rendere identitarie la Vision e la Mission dell’Istituzione Scolastica, riconnettendole, sia a livello formale che sostanziale, alla realtà territoriale in cui opera. Insomma, una Comunità che deve sapersi porre al centro dell’intorno sociale, creando sinergie e collaborazioni, virtuose e non virtuali, che sappiano dare linfa e stimolo ad un processo di riqualificazione culturale e sociale, partendo dalla magnificenza di una lavagna, di un gesso, di una cattedra, di un banco, di una penna e di un quaderno. Arredi che segnano non solo uno spazio fisico, ma, ancor di più, un luogo di relazione, di rapporti di prossimità, di condivisione e confronto, all’insegna della speranza intesa come comunione.
L’auspicio è che si possa crescere tutti insieme, ritenendo che la nuova lezione da apprendere sia sempre la più importante da non trascurare, da non perdere. Ogni giorno, come affermato dal celebre filosofo Arthur Schopenhauer, rappresenta una piccola vita, ogni risveglio una piccola nascita, ogni nuova mattina è una piccola giovinezza. Pertanto, nell’agito quotidiano, bisogna cogliere con gioia la voglia di vivere con pienezza il tempo e non di trascorrerlo in maniera inerte e improduttiva, ritenendo che non importa quello che vi è alla fine della corsa, ma, ciò che si prova durante la corsa. Una corsa che dovrà essere staffetta di pace e concordia, onde evitare catastrofiche cadute e al fine di raggiungere il traguardo di libertà e crescita. Una libertà che va costruita e sedimentata, anche attraverso il consolidamento di buone prassi, e che presupponga la tutela del diritto di uguaglianza a discapito del bieco esercizio di proprie facoltà a discapito di quelle altrui. Un Educatore deve sentirsi inorgoglito del suo ruolo, del suo impegno e del suo operato, nella consapevolezza che ogni suo passo può condizionare, ovviamente sia in senso negativo e sia in senso positivo, una giovane esistenza, una armoniosa crescita. (1- continua)
Bentornato,
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