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Erasmus, quando i processi educativi diventano multilingue

Un’opportunità di incontrovertibile rilevanza, in termini di crescita e formazione, per la Comunità Educante, in tutte le sue componenti, è rappresentata dagli scambi culturali e dalle mobilità Erasmus. Di guisa, è doveroso rappresentare formali ringraziamenti al Mim e all’Indire, quale: Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa, che opera come Agenzia Nazionale Erasmus, per i settori di istruzione superiore, istruzione solastica ed educazione degli adulti, con sede a Firenze e Roma, e che fornisce supporto e orientamento, in ragione delle modalità operative delle conferenti mobilità, veicolando le Istituzioni Scolastiche verso orizzonti internazionali, all’insegna della collaborazione e sinergia. Tali esperienze sono pienamente consolidate e rispondenti ai pilastri fondativi dell’Unione Europea, ovvero:

  • Libera circolazione delle merci;
  • Libera circolazione delle persone;
  • Libera prestazione dei servizi;
  • Libera circolazione dei capitali e la liberalizzazione dei pagamenti.

In sintesi, attraverso la circolazione, attraverso il confronto e la condivisione si oltrepassano i confini territoriali, non solo in senso fisico, e inevitabilmente si fornisce linfa vitale ad un processo di crescita sovranazionale, nel pieno esercizio di una contestuale cittadinanza Italiana ed Europea, ponendo al centro del percorso di sviluppo la Scuola, quale spazio aperto di socializzazione formale e primaria.

In tale dimensione analitica, è giusto rilevare, in maniera coerente, l’affermazione del cosiddetto «Quadro Europeo delle qualifiche» (Eqf), esempio fondamentale e pragmatico della cooperazione intesa a favorire la comprensione e il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche di chi si sposta per lavoro o per studio all’interno del proprio paese e/o all’estero.

Attraverso tali mobilità si carpisce, in maniera plastica e pragmatica, l’esistenza di uno spazio Europeo, esplorabile senza condizionamenti e imposizioni, fruibile in senso formativo ed orientativo. Le mobilità Erasmus, pertanto, consentono a studenti e docenti di trascorrere un periodo di tempo in un Paese del Programma, per studiare in una scuola partner, oppure, svolgere un tirocinio presso un’altra organizzazione pertinente, sulla base di un percorso di apprendimento e/o di formazione aprioristicamente pianificato e deliberato, in regime di autonomia, dalle singole Istituzioni scolastiche, ai sensi della Legge 59/97 e Dpr 275/99. Attualmente, tali iniziative sono, altresì, sostenute dall’Unione Europea attraverso i fondi del Pnrr, (decreto ministeriale 61/2023), al fine di ampliare il novero dell’opportunità e la platea dei partecipanti. Risulta arricchente, come più volte ribadito dall’orientamento ermeneutico della Pedagogia consolidata e contemporanea, esternalizzare e internazionalizzare i processi di apprendimento, garantendo l’acquisizione di nuove competenze, sulla base di un «saper essere» fondato su una dimensione multiculturale e variegata. L’apprendimento di nuove strategie, di nuovi usi e consuetudini, di nuove tradizioni amplia il bagaglio culturale di ciascuno e, partendo dal singolo, determina l’accrescimento della dimensione pluralistica del noi. Esplorare nuovi sistemi educativi e porli a confronto con quello nostrano stimola riflessione e, in ottica prospettica, può indurre l’adozione di accorgimenti normativi, in senso adattativo, che siano migliorativi in latitudini bidirezionali, all’insegna di arricchimento reciproco e di una interazione positiva con professionalità provenienti da contesti diversi.

Un plauso, senza dubbio alcuno, è da attribuire alla pedagogista italiana Sofia Corradi, definita affettuosamente Mamma Erasmus, in quanto ha avuto il merito, con sapienza e lungimiranza, di aver ideato e costruito il Programma Erasmus per l’interscambio di studenti tra Scuole e Università Europee, permettendo a oltre 10 milioni di persone di vivere una esperienza formativa oltreconfine, oltrepassando i limiti di una didattica geolocalizzata e arcaica.

In tale direzione, lo scambio culturale deve essere alimentato e supportato, non solo per la condivisione che, inesorabilmente, ne discende, ma, altresì, per promuovere il proprio territorio e le proprie risorse. Il ‘ Made in Italy viene diffuso, a livello internazionale, anche attraverso questi percorsi, come dimostrato dalle statistiche consolidate e dai report disseminativi dell’Erasmus+, che rilevano ingenti flussi di visitatori, provenienti da diversi paesi, interconnessi alle azioni poste in campo nell’ambito delle precitate mobilità. È giusto essere ridondanti nel ribadire gli effetti benevoli di tutti i percorsi curriculari ed axtra-curriculari attivati dalla scuola che, come più volte affermato, assurge ad una funzione sociale ben più amplia della mera azione didattica e, in tale logica, addirittura si tramuta in ‘ Testimonial’ Istituzionale della propria Nazione di riferimento, agendo in dimensione extra-territoriale, in Europa e nel Mondo.

Questa, come tante altre, è una sfida da cogliere al fine di consolidare uno spirito identitario che possa costruire ponti, relazioni, condivisioni, oltrepassando i confini e affermando la consapevolezza di una esistenza planetaria che presupponga l’affermazione di un popolo globalizzato, all’insegna della crescita comune e a tutela della collettività, quest’ultima non intesa come singola partizione territoriale, ma come unicum indissolubile, indissociabile e inscindibile.

Lo scambio da contezza percettiva di reciproca collaborazione, oltrepassando l’alveo degenerativo del conflitto, garantendo tutela universale delle garanzie interconnesse alla persona e alla sua dignità, nell’ambito di un ‘ Planisfero Didattico’ internazionale.

Una Comunità Educante, d’altronde, è ispiratrice di buone prassi che possono affermarsi, in modalità sistemica, non solo a livello nazionale ma, anche, a livello internazionale. Come non citare la cosiddetta piattaforma eTwinning, ovvero, la piattaforma europea che consente agli insegnanti di scuole di collaborare e sviluppare progetti con i colleghi di altri paesi, utilizzando strumenti online sicuri. La comunità è ora integrata nella nuova European School Education Platform (Esep), accessibile tramite Eu-Login e che offre anche spazi di lavoro virtuali, chiamati TwinSpace. I progetti possono coprire tutte le discipline, migliorare le competenze degli studenti e sono cofinanziati da Erasmus+.

In epoca digitale, in via subalterna, lo scambio può avvenire in dimensione virtuale, mantenendo i profili di efficacia richiamati, ma, nel contempo, mantenendo inalterata la valenza, assoluta e primaria, del paradigma interconnesso allo spostamento fisico e in presenza, al fine di divenire portatore di esperienza diretta da disseminare non attraverso la cosiddetta «modalità a cascata».

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