Una vera e propria giungla. Sono davvero tanti gli operatori del mercato energetico in Italia e ancora di più sono le proposte commerciali. Si contano più di 13mila offerte per i consumi di luce e gas. Così diventa sempre più difficile stimare la spesa annua e scegliere il prezzo più conveniente. Navigando in rete si possono trovare ben 13.211 offerte da confrontare. Un numero troppo elevato, con tipologie e tariffe sempre più variegate e complesse: dai vari tipi di sconto ai regali di benvenuto, dai prezzi differenziati nel corso dei dodici mesi a quelli differenziati invece per scaglioni di consumo.
Nel settore elettrico i cosiddetti “clienti vulnerabili” rappresentano addirittura il 39 per cento del totale (il 28 per cento è ormai già passato al mercato libero e il restante 11 per cento rimane ancora in maggior tutela); i non vulnerabili rappresentano la quota maggioritaria pari al 61 per cento del totale (il 50 per cento è già passato al mercato libero e il restante 11 per cento ha aderito al Servizio di tutele graduali-Stg). Nel corso dell’ultimo anno l’andamento del prezzo unico nazionale (Pun) è rimasto stabile da gennaio a maggio attorno ai dieci centesimi kilowattora (kWh) per poi subire un incremento durante i mesi estivi.
I motivi di questo rialzo record sono dovuti principalmente alle tensioni geopolitiche. Va ricordato che il Pun, di conseguenza il prezzo dell’energia elettrica, è strettamente legato all’andamento del prezzo del gas, ancora oggi largamente utilizzato per produrre elettricità. Oltre alla situazione politica ed economica a livello internazionale, non dobbiamo sottovalutare i cambiamenti climatici.
Ad ogni buon conto, per le famiglie a basso reddito e le imprese energivore è arrivato il nuovo Decreto Bollette che introduce una serie di misure per aiutare famiglie e imprese e mitigare l’aumento dei costi di luce e gas. In particolare, sono previsti contributi straordinari ed incentivi ma soprattutto la riduzione delle tariffarie e una maggiore trasparenza dei prezzi.
La principale novità riguarda l’ampliamento del cosiddetto bonus sociale: il limite dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) è stato innalzato a 25mila euro in modo da farvi rientrare un numero maggiore di beneficiari. In dettaglio, è riconosciuto un contributo di 200 euro per le famiglie che presentino un Isee inferiore a 25mila euro, mentre per i nuclei familiari con un Isee fino a 9.530 euro, già beneficiari del bonus sociale, l’importo potrà arrivare anche fino a 500 euro. L’obiettivo fondamentale è quello di garantire un sostegno più consistente alle famiglie con maggiori difficoltà economiche.
Le piccole e medie imprese e quelle maggiormente energivore beneficeranno, invece, di un finanziamento da 600 milioni di euro attraverso il Fondo per la transizione energetica nel settore industriale. Il decreto prevede anche l’azzeramento per sei mesi della componente Asos per le aziende con potenza disponibile superiore a 16,5 kilowatt (kW), riducendo così il costo dell’energia a carico del settore produttivo.
Un’altra importante novità del decreto appena varato dal governo Meloni riguarda la maggiore trasparenza nelle tariffe di energia elettrica e gas. L’Arera avrà sessanta giorni di tempo per adottare misure che semplifichino le offerte commerciali, rendendo più chiari i costi per i consumatori attraverso la definizione di documenti standardizzati per le offerte di energia e gas; la semplificazione dei componenti tariffari, nonché l’obbligo per i fornitori di adottare strumenti più trasparenti per i consumatori.
In ultimo, il decreto proroga di due anni l’obbligo per i clienti vulnerabili di passare al mercato libero. Questo significa che tali clienti potranno usufruire delle condizioni del mercato tutelato fino al 31 marzo 2027, offrendo loro maggiore protezione e stabilità in un periodo di volatilità dei prezzi energetici.
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