Giorgia Meloni ha rotto il soffitto di cristallo della politica? Indubbiamente sì. Entra nella storia come la prima donna Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana ed è un vero terremoto se parliamo di protagonismo femminile, parità e differenza.
Basta questa vittoria perché la parità tra generi sia adeguatamente rappresentata? No. Ma si deve aspettare. Augurando buon lavoro alla Premier, vorrei rivolgerle due preghiere.
La prima, che rimanga dentro le leggi della democrazia e che su aborto e unioni civili non faccia passi indietro. È una donna intelligente, ha condotto tante battaglie personali, e sa quanto sia importante difendere i diritti acquisiti, da quelli sociali a quelli civili. La seconda, che rivendichi anche nel linguaggio il ruolo che “ha meritato” perché anche questo sarebbe un segnale di cambiamento. Ci stupisca e ci risollevi allo stesso tempo. Perché questo governo che oggi presta giuramento, ha una componente femminile pari ad un quarto del numero totale dei ministri. La più bassa degli ultimi tre governi. E le donne di tornare indietro non ne possono davvero più. Ci stupisca e non riservi sorprese al Sud. Perché la parola “autonomie” legata ad “affari regionali” fa tremare i polsi quando si pensa alla delega al ministro Roberto Calderoli considerato il “Machiavelli” della Lega. Ci stupisca e basta. Perché in questo momento ha una grande responsabilità.
Bentornato,
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