SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Docenti e studenti insieme per una scuola che ascolta

Una Scuola per raggiungere e perseguire i suoi traguardi, enucleati nel PTOF, deve essere in grado di tramutarsi in Comunità Educante, assurgendo al meglio al ruolo di Agenzia di Socializzazione Formale deputata all’emancipazione civile e alla crescita culturale.

Sembrano concetti basici e scontati ma necessitano di approfondimento adeguato e confronto ridondante, talvolta roboante, al fine di rinvenire opportunità e, soprattutto, per consentire la stabile costituzione di una impalcatura salda, votata alla convivenza universale, non solo comunitaria. A prescindere dai vari indirizzi e connotazioni la Scuola Italiana è meravigliosamente unica e deve essere all’avanguardia e cogliere le sfide del progresso, anche multietnico, e abbattere le nefandezze del regresso e della conflittualità.

Per realizzare ciò, risulta necessario che ogni singola risorsa professionale, oltrepassando la cesura dei ruoli, debba sentirsi parte integrante di un processo di crescita, che non presuppone demarcazioni e partigianerie. Ognuno, con il proprio ‘ facere’, incarna un modello educativo che deve stimolare riflessione ed emulazione e non labili diatribe ispirate alla manchevolezza di principi virtuosi e trasversali. Di guisa, una Comunità aperta a tutti, senza condizioni e termini, deve essere pronta a cogliere la storicizzazione del cambiamento, predisponendosi ad una accoglienza indistinta e indiscriminata e non soltanto documentale e di facciata.

L’evoluzione non va osteggiata ma va accompagnata, in sinergia proattiva, onde evitare contraccolpi che possano arrestare la magnificenza dell’azione sociale e didattica, rappresentando un unicum con le possibilità di successo e accantonando il pericolo di devianza. La riflessione è da riconnettersi soprattutto ad un cambiamento epocale che, purtroppo, dopo la crisi pandemica ci ha visto protagonisti, come Attori Istituzionali di scolarizzazione e socializzazione, quest’ultime compromesse da un distanziamento cogente che, oltre a mietere vittime, ha creato allontanamento da abbattere, come confermano le cronache odierne. E’ necessario riconnettersi con le diversità, in quanto non riconoscendo il diritto alla diversità, si perde il privilegio di essere liberi, al di là dei colori, degli usi, delle tradizioni e delle consuetudini.

La Scuola deve essere ‘ Planisfero didattico e sociale ‘, come spesso richiamato dal nostro Presidente Mattarella, che invoca l’affermazione della cosiddetta Pedagogia della Complessità e della differenza, rimarcando che nella varietà può essere rilevato un plusvalore. E’ il cosiddetto paradigma connaturato alla metafora dell’orchestra e della sintonia che produce armonia, quest’ultima deve riversarsi sui ragazzi, creando sintonia funzionale alla costituzione di una classe, di una comunità. All’uopo, Massimo Cerruti ci insegna a cogliere la sfida dell’insegnare nella nuova condizione umana, nel tempo della globalizzazione, oltrepassando provincialismo e territorialità. La scuola diventa cura dell’anima, luogo di socialità, di esercizio dell’attenzione, di sviluppo vocazionale, di fioritura della personalità nel rapporto solidale con gli altri, di dialogo tra generazioni, di ibridazione tra culture, esperienza, valori, di viatico alla vita personale e civile.

Si rammenta che la Scuola per tramutarsi in vera e propria Comunità Educante, deve porre particolare attenzione alle relazioni interne, fondate sul rispetto del Codice di Comportamento e, ancor di più, sul rispetto di obblighi deontologici che sono universali e trasversali, interconnessi al rapporto di colleganza. Quest’ultimo deve garantire confronto, crescita, approfondimento e mai conflitto e contrapposizione, evitando di dar origine a non auspicati procedimenti e provvedimenti disciplinari.

Pertanto, si richiama il pensiero di Goleman sull’ Intelligenza emotiva, ovvero, la capacità di creare un ambiente armonioso, in cui vi sia la capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni, di motivare se stessi e di comprendere e influenzare positivamente le emozioni degli altri. L’esaltazione di competenze sociali a servizio della crescita e del bene comune. Si registra, in tale direzione, che ogni singola risorsa rappresenta modello educativo che ispira emulazione e riferimento e ogni atteggiamento ostativo segna regresso, entità estranea al buon andamento dell’Amministrazione.

La Scuola deve essere votata all’inclusione, sulla scorta dell’evidente esperienza maturata negli anni, ovviamente garantendo pari opportunità e piena applicazione dell’art. 3 della Costituzione, sul piano formale e sul piano sostanziale, non relegando tale principio a declamazione verbale, come spesso ribadito in maniera ridondante. In questo caso, la precitata ridondanza non deve essere rumore, ma suono di rinascita, all’insegna di una orchestra che, nella più amplia anamnesi della metafora musicale, deve saper raggiungere tutti, divenendo colonna sonora di risorgimento e rinascimento culturale.

Solo una Scuola che pone al centro la magnificenza dell’emozione sa riconnettersi al bene comune e sa coniugare sapere e cultura, quali beni interdipendenti che segnano l’esistenza e producono benessere, senza apatia e senza atteggiamenti fintamente ameni, ma realisticamente segno di ostracismo meschino e becero. Una Scuola che sappia accudire e non solo insegnare, attraverso l’affermazione di un ambiente sano, costruttivo e armonioso, fondato su: consapevolezza, autocontrollo, motivazione, empatia e abilità sociali. Una scuola emotiva dove l’emozione cresce e non viene mai repressa.

ARGOMENTI

docenti
idee
scuola
studenti

CORRELATI

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!